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giovedì 21 Novembre 2024

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Agricoltura sostenibile: soluzioni fai da te

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Avete mai sognato di coltivare a casa vostra tutti i vegetali necessari alla vostra alimentazione? Oggi esistono tecniche di agricoltura sostenibile che permettono di farlo.

Come rinnovare un settore che ad oggi è responsabile del 7,2% delle emissioni di gas serra globali, impiega grandi quantità di fertilizzanti, diserbanti e anti-parassitari chimici e consuma ampie porzioni di suolo? Sfruttando le nuove tecnologie. Esistono già esempi di agricoltura sostenibile, come quella biologica, che utilizza soltanto risorse naturali, tutela il contesto naturale in cui è praticata e produce vegetali ad alto valore nutritivo. Ma con lo sviluppo delle più moderne tecnologie intelligenti si stanno aprendo altre possibilità di coltivazione, soprattutto urbana. L’idroponica, le serre verticali e gli orti urbani sono tra queste.

Agricoltura sociale: gli orti urbani

Se è vero che entro la metà del secolo le città avranno radunato i due terzi della popolazione mondiale, sarà il caso di trovare metodi sostenibili per alimentarle, rendendole contemporaneamente più verdi. Negli ultimi anni si stanno diffondendo gli orti urbani, spesso creati per riqualificare aree dismesse, anche periferiche, e per solidificare le relazioni sociali. Avere la responsabilità di gestione di un orto, infatti, aumenta la consapevolezza su diversi aspetti del vivere insieme:

  • insegna a prendersi cura delle cose e delle persone
  • sensibilizza riguardo l’importanza di alimentarsi in modo sano ed equilibrato
  • insegna a tutelare la biodiversità e a riconoscere perciò una dignità a ogni specie vivente
  • dimostra la necessità del lavoro di gruppo
  • insegna un vero e proprio mestiere, che ha bisogno di ricambio generazionale e di un’attenzione alla sostenibilità di metodi e tecniche

Nelle città in cui lo spazio a terra sta finendo, gli orti sorgono sui tetti dei palazzi. In alcuni casi sono gestiti da associazioni specializzate, molte delle quali coinvolgono persone ingiustamente relegate ai margini della società, costituendo un perfetto esempio di agricoltura sostenibile anche dal punto di vista sociale. Ma potrebbero rappresentare anche progetti di condominio, in cui i condòmini stessi coltivano gli ortaggi che poi consumeranno a tavola.

Agricoltura intelligente: l’idroponica

Ma gli orti urbani non sono di certo l’unico modo di portare l’agricoltura in città. L’aumento della richiesta di ortaggi freschi e sani che si sta registrando negli ultimi tempi non va d’accordo con la necessità di fermare il consumo di suolo. A meno che non si trovi un modo per coltivare anche senza consumare suolo. Quel modo è l’idroponica, che permette di crescere ortaggi e piante senza terra. Eliminare la necessità di suolo significa poter coltivare ovunque, compresa la cucina di casa. È vero che a tale scopo esiste già la coltivazione in vaso, che consente di crearsi piccoli orticelli sul balcone. Ma l’idroponica apre possibilità inedite, ottimizzando il processo di crescita delle piante.

Gli elementi chiave dell’idroponica sono due:

  • un “terreno” inerte costituito da zeolite, argilla espansa, lana di roccia, fibra di cocco perlite, vermiculite e sostanze simili, in cui si muovono le radici delle piante
  • una soluzione di acqua e nutrienti che alimenta le piante

Questo sistema è adatto anche alla crescita di piante ornamentali e può essere sviluppato anche in verticale, consentendo perciò di integrare elementi verdi in qualunque progettazione urbana o di interior design. L’applicazione agricola è però certamente la più promettente in chiave sostenibile. Un orto coltivato con l’idroponica, infatti, elimina tutti i potenziali rischi derivanti dal contatto delle piante con la terra o con l’ambiente esterno – malattie, parassiti, condizioni atmosferiche avverse –, massimizzando la crescita degli ortaggi.

Le serre idroponiche

Una simile modalità di coltivazione si integra perfettamente con le nuove tecnologie: esistono ormai sul mercato serre intelligenti basate proprio sull’idroponica, che consentono a chiunque di avviare una piccola coltivazione domestica con margini di errore minimi. Questi orti smart sono solitamente di piccole dimensioni e divisi in scomparti dedicati ognuno a una specie. A chi li acquista non resta che “piantare” i semi e assicurarsi di rinnovare periodicamente la soluzione nutritiva. Al resto ci penserà la serra. Sarà lei a occuparsi di erogare i nutrienti quando necessario, di illuminare le piantine con la giusta quantità di luce LED in base alle ore del giorno, di avvisare le persone, anche da remoto, in caso di anomalia o quando è necessario compiere qualche azione. Alimentate elettricamente, sono inoltre compatibili con l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

Vantaggi e svantaggi

Ecco riassunti i vantaggi che un orto intelligente porta con sé:

  • possibilità di coltivare ovunque, anche in casa propria o dove le condizioni climatiche e del suolo non lo permetterebbero
  • possibilità di migliorare la propria alimentazione, vigilando in prima persona sulla provenienza degli ortaggi
  • produzione continua, indipendente dalle stagioni
  • ottimizzazione della crescita delle piante
  • protezione da parassiti e malattie, anche senza l’ausilio di diserbanti e antiparassitari
  • ottimizzazione dell’utilizzo di acqua, con un risparmioidrico fino all’80%
  • aumento della qualità dell’aria domestica

Esistono però anche degli svantaggi, alcuni dei quali non consentono di definire l’idroponica un metodo di agricoltura 100% sostenibile:

  • per coltivazioni idroponiche estese e non limitate al contesto domestico serve personale specializzato
  • le specie coltivabili in idroponica non sono così tante: danno i migliori risultati le insalate e le erbe, ma possono essere prodotti anche altre verdure a foglia, pomodori, peperoni, cetrioli, fragole e fiori
  • nel caso delle serre intelligenti, i materiali di cui sono composte non sono facilmente smaltibili
  • non esistono ancora concimi 100% organici e infatti il regolamento in materia prodotto dall’Unione Europea non prevede la certificazione biologica

Agricoltura sostenibile: le vertical farms

L’innovazione tecnologica raggiunta dalle serre intelligenti e dall’idroponica consente di estendere le coltivazioni fino a creare vere e proprie fattorie. Sono le vertical farms, fattorie verticali ideate per favorire l’agricoltura di prossimità, a km 0, soprattutto nelle grandi aree urbane. Prevedono l’allestimento di grandi ambienti incontaminati da agenti esterni, ad alta efficienza energetica e controllati tramite sensori in ogni parametro: intensità della luce, umidità, temperatura, qualità dell’aria, composizione dell’acqua…

Le vertical farms portano, cioè, a un altro livello, iper-tecnologizzato, il concetto di orto urbano. Ne esistono già diversi esempi nel mondo. Nel nostro paese c’è Fri-El Greenhouse, azienda bolognese specializzata nella coltivazione di pomodori Cuore di Bue in una serra idroponica di un ettaro e mezzo. Planet Farms, invece, occupa ben 9mila metri quadri di spazio vicino a Milano e ha l’obiettivo di ottimizzare la produzione agricola minimizzando l’impiego di energia.

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