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martedì 3 Dicembre 2024

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Ondate di calore in città: come prevenirle?

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Le ondate di calore sono l’evento climatico estremo che causa più decessi in estate. Impariamo a proteggerci.

Come sopravvivere al caldo intenso nell’era del cambiamento climatico? È la domanda che ha spinto la Federazione Internazionale Croce Rossa e C40 Cities a creare una task force sul tema, in seguito alle ondate di calore che hanno investito diverse regioni del mondo – tra le quali l’Europa Meridionale – nella prima parte dell’estate. Facciamo il punto della situazione.

Le ondate di calore

Che il clima cambi nel corso dei secoli, attraversando periodi più caldi o più freddi, è normale. Non lo è, però, se i cambiamenti avvengono repentinamente, come è accaduto nel corso dei 100 anni che ci lasciamo alle spalle. È quest’ultimo il concetto di “cambiamento climatico” che allarma sempre più persone, motivato in larga parte dal surriscaldamento globale a sua volta causato dall’aumento di concentrazione di gas serra nell’atmosfera. La sua conseguenza più immediata è perciò il caldo, sempre più prolungato e sempre più intollerabile, soprattutto nelle città. Si tratta delle cosiddette ondate di calore, periodi di clima eccessivamente caldo, spesso accompagnato da un’elevata umidità.

Le temperature superate le quali è possibile parlare di ondata di calore non sono standardizzate: dipendono dal normale clima nell’area e dalla media stagionale. Le temperature che le persone provenienti da un’area con clima più caldo considerano normali possono perciò essere considerate eccessive in un’area normalmente più fresca.

Per essere definita tale, un’ondata di calore deve durare almeno qualche giorno, ma capita che arrivi a qualche settimana. Per l’organizzazione meteorologica mondiale sono 5 i giorni consecutivi minimi, con una temperatura di almeno 5 gradi centigradi superiore alla media stagionale. Relativamente alla frequenza, invece, il termine è applicato sia alle variazioni di clima continue che periodi di caldo che possono verificarsi anche solo una volta al secolo. Con il cambiamento climatico, però, le ondate di calore saranno sempre più frequenti, intense e durature – soprattutto in aree molto urbanizzate e poco verdi – con conseguenze catastrofiche.

I rischi per la salute

Le ondate di calore possono essere perciò annoverate tra gli eventi climatici estremi, in costante aumento negli ultimi anni. Come tali, mettono in pericolo esseri umani, animali e piante incidendo profondamente sugli ecosistemi e gli stili di vita. Dal punto di vista della salute degli ecosistemi, le ondate di calore in aumento ridurranno la produttività biologica. Ciò significa che diminuiranno la vegetazione, impoveriranno il suolo e inibiranno perciò la capacità della natura di assorbire anidride carbonica. Scateneranno insomma un circolo vizioso che accelererà il surriscaldamento dell’atmosfera. Le forti ondate di calore abbinate alla siccità dopotutto hanno già dimostrato di poter mandare in fumo interi raccolti, esposti a temperature eccessive e privati dell’acqua. Basti pensare a quanto è accaduto e sta ancora accadendo in Pianura Padana, vittima di continue ondate di calore e dell’assenza di precipitazioni.

Ma esistono naturalmente anche rischi più immediati per la salute delle persone. Eccoli di seguito:

  • ipertermia, o colpo di calore, associata anche a un’elevata umidità, che impedisce al sudore di evaporare e perciò al corpo di raffreddarsi
  • edema da calore, che si presenta come un gonfiore transitorio delle mani, ai piedi e alle caviglie, in cui si accumulano liquidi
  • dermatite da sudore, un’infiammazione causata da un’eccessiva sudorazione che occlude i pori e causa l’accumulo di scorie sotto pelle, da cui conseguono prurito e bruciore
  • crampi da calore, spasmi involontari e dolorosi dei muscoli che si verificano dopo uno sforzo intenso abbinato a grande sudorazione senza una corretta idratazione
  • sincope da calore, uno svenimento correlato all’esposizione al calore, alla sudorazione intensa e alla disidratazione

In Italia il Ministero della Salute attiva ogni estate il Sistema nazionale di previsione allarme, che consente di prevedere con un anticipo di 24, 48 o 72 ore le evoluzioni del clima e, soprattutto, le temute ondate di calore. Sono 27 le città italiane coperte dal servizio, per ognuna delle quali, considerate le sue specifiche condizioni climatiche, viene elaborato un bollettino che evidenzia i giorni critici.

Come prevenirle e come combatterle

Ecco perché la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) e C40 hanno unito le loro forze per trovare un modo di evitare le morti da ondata di calore, sempre più numerose. <Le ondate di calore sono gli assassini silenziosi del cambiamento climatico – ha affermato il Presidente di IFRC Francesco Rocca –, […] ma possono essere previste con giorni o settimane di anticipo, dando ampio tempo per agire e informare e proteggere i più vulnerabili. La buona notizia è che ci sono azioni semplici e a basso costo che le autorità possono intraprendere per prevenire morti inutili dovute al caldo>.

Per diffondere la consapevolezza sulle azioni da mettere in pratica per tutelarsi dalle ondate di calore, l’IFRC ha istituito l’Heat Action Day, in cui gli strumenti sviluppati da C40 vengono messi a disposizione degli interessati, siano essi sindaci, urbanisti o semplici cittadini. C40 è infatti un team multidisciplinare che studia soluzioni di gestione del calore in città da mettere poi a disposizione delle amministrazioni locali, perché li utilizzino per rendere più resilienti e confortevoli le città.

Tra gli strumenti c’è il pacchetto Urban Cooling Toolbox, un insieme di soluzioni per abbassare le temperature urbane e ridurre l’effetto isola di calore, ma anche per insegnare a convivere con il caldo estremo, che non sparirà da un anno all’altro, anzi, è destinato ad aumentare. Le soluzioni sono raggruppate in 6 categorie:

  • infrastrutture verdi, come alberi, tetti verdi, corridoi verdi e pavimenti permeabili
  • infrastrutture blu, comprese fontanelle e fontane, acqua di raffreddamento, piscine pubbliche e corpi idrici
  • infrastrutture grigie, come tetti freschi, schermature per facciate, pellicole per vetri, pavimenti freschi e raffreddamento passivo negli edifici
  • comunicazione e sensibilizzazione
  • linee guida per la progettazione delle azioni climatiche, dei piani di risposta alle emergenze dovute al riscaldamento, di programmi di riduzione delle tasse sul raffrescamento e di facilitazioni per realizzare tetti verdi
  • sviluppo urbano, tra urbanistica e materiali da costruzione
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