Malattie, eventi climatici anomali, inquinamento e ansia: il cambiamento climatico mette in serio pericolo la salute degli esseri umani.
Il cambiamento climatico non ha un impatto catastrofico soltanto sulla natura, costituisce anche la più grande minaccia per la salute che l’essere umano abbia mai dovuto affrontare. Ne abbiamo già sperimentate le conseguenze su diversi fronti. Basti pensare ai fenomeni climatici estremi o alle siccità, sempre più frequenti, oppure alle malattie trasmesse da cibo, acqua e altre specie animali, magari inedite per l’uomo, come il Covid. E ancora ai problemi respiratori e cardiovascolari legati all’inquinamento, senza trascurare la salute mentale, messa a dura prova dalla cosiddetta “climate anxiety”, l’ansia da cambiamento climatico.
Le minacce per la salute umana già esistenti purtroppo si intensificheranno con il tempo, ma ne emergeranno anche di nuove, comuni a tutta l’umanità o più probabilmente specifiche di alcune zone geografiche o tipologie di persone. Tanto che nel mondo tra il 2030 e il 2050 si prevedono già 250.000 decessi all’anno causati direttamente o indirettamente dall’emergenza climatica e un aumento di 2-4 miliardi di dollari di spesa annua per la salute.
Perché e come il clima cambia?
Il 95% dei cambiamenti climatici in atto è frutto di attività umane ed è legato alla produzione di sostanze che alterano la composizione dell’aria e le temperature: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido di azoto (N2O), gas fluorurati (per esempio idrofluorocarburi e perfluorocarburi), ozono (O3), sostanze particolate, ossidi d’azoto (NOx), monossido di carbonio (CO), composti organici volatili non metanici (COVNM) e non solo. A produrli è soprattutto l’utilizzo di fonti energetiche fossili come carbone, petrolio o gas.
La dispersione di queste sostanze nell’aria ha già provocato cambiamenti climatici su diversi fronti:
- aumento della temperatura media del pianeta di circa 1 grado rispetto all’era preindustriale, da contenere, secondo l’Accordo di Parigi, sotto 1,5 gradi per evitare catastrofi
- riscaldamento e acidificazione degli oceani, che assorbono l’anidride carbonica tutelando l’aria, ma ne pagano le conseguenze aumentando essi stessi di temperatura
- deglaciazione, con lo scioglimento dei ghiacci artici che provoca un innalzamento degli oceani (di 19 cm dal 1901 al 2010) e la scomparsa di massa glaciale in tutto il mondo, per un totale di 275 miliardi di tonnellate di acqua persa all’anno nel periodo 1993-2009
- eventi climatici estremi e siccità
In Italia la situazione è particolarmente grave, a causa delle carenze infrastrutturali, dell’inquinamento industriale, delle caratteristiche idro-geologiche, della vulnerabilità sismica, dell’esposizione alla siccità per carenza di acqua e non solo.
I fattori di vulnerabilità
Come spesso accade, non tutti faranno le stesse spese del cambiamento climatico, sia in termini economici che psicofisici. Ci sono infatti diversi fattori di vulnerabilità che faranno sì che le emergenze future impattino in maniera differente diverse popolazioni o fasce di popolazione. Ecco i principali:
- fattori demografici
- fattori geografici
- condizioni di salute
- condizioni sociopolitiche e socioeconomiche
In base ai suddetti fattori, determinate persone si troveranno a fare i conti prima e in modo più diretto con le emergenze per la salute correlate al cambiamento climatico e legate in particolare a temperature, qualità dell’acqua, dell’aria e del suolo, disponibilità di cibo sano, esposizione a malattie o a eventi climatici estremi.
Il cambiamento climatico e la salute
Ecco i rischi più concreti per la salute umana correlati al cambiamento climatico, molti dei quali già sperimentati da più categorie di persone:
- infortuni o decessi causati dagli eventi climatici estremi, da incendi e inondazioni o direttamente dalle temperature estreme
- malattie legate al peggioramento della qualità dell’aria o dell’acqua
- malattie provenienti da altre specie animali, che si avvicinano agli esseri umani in seguito alla distruzione dei loro ecosistemi
- malnutrizione e conseguenti malattie correlate alla minore disponibilità di cibo sano a causa di siccità, incendi e impossibilità a coltivare
- peggioramento della salute mentale, dovuto all’ansia climatica e all’impatto di tutte le conseguenze dirette e indirette del cambiamento climatico sulla nostra psiche
Cosa fare per ridurre i rischi
Il cambiamento climatico e i conseguenti rischi per la salute richiedono due ordini di azioni per essere affrontati al meglio, da però realizzare con la stessa urgenza: misure lungimiranti che mirino a invertire la rotta, riportando la temperatura globale sotto il limite di sicurezza, e misure che, nel frattempo, mirino a contenere l’impatto delle conseguenze del cambiamento climatico. Ecco le azioni più urgenti:
- convertire il settore energetico alle fonti rinnovabili, disincentivando prima e impedendo poi l’utilizzo di combustibili fossili
- impedire il consumo di suolo e implementare il verde urbano
- ridurre l’utilizzo di imballaggi e la conseguente mole di rifiuti
- incentivare il riciclo e il riutilizzo, dando vita a un’economia circolare
- favorire la conversione dell’agricoltura al metodo biologico, in ottica agro-ecologica
- migliorare la viabilità cittadina favorendo la mobilità dolce, a piedi o in bici
- mettere in sicurezza le acque, migliorando l’infrastruttura idrica e tutelando i bacini superficiali e sotterranei
- aggiornare e potenziare i piani di risposta alle emergenze, ma anche quelli di prevenzione e di monitoraggio
- studiare metodi di stoccaggio dell’anidride carbonica