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giovedì 21 Novembre 2024

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L’Energy Park di Bologna fonde agrivoltaico e foresta urbana

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Sta per sorgere l’Energy Park di Bologna, che fonde agrivoltaico e foresta urbana per migliorare la vivibilià e la sostenibilità della città.

Bologna ospiterà presto un’Energy Park di 50 ettari, che affianca una foresta urbana biodiversa a un parco energetico agrivoltaico. Un complesso infrastrutturale che oltre a integrare fonti rinnovabili favorisce la biodiversità, tutela il suolo e fornisce spazi pubblici e sani per la cittadinanza. Il parco, realizzato dal Gruppo Hera, si inscrive nell’ambito di Bologna Missione Clima, il percorso della città verso la neutralità climatica che il Comune si impegna a raggiungere entro il 2030.

Una foresta urbana per la cittadinanza

Una foresta urbana è un insieme di alberi che cresce all’interno di un’area urbana. In un senso più ampio, può includere qualsiasi tipo di vegetazione legnosa che cresce all’interno e attorno agli insediamenti umani. Si tratta insomma di una foresta selvatica, anche se curata e gestita secondo le pratiche della silvicoltura. Un ecosistema del genere contribuisce alle infrastrutture verdi e all’ecosistema urbano più ampio.

Mantenere una foresta urbana sana e biodiversa è fondamentale per garantire la fornitura di benefici alla città, in termini di miglioramento della qualità dell’aria, della biodiversità e della salute fisica e mentale delle persone. A Bologna sorgerà perciò una foresta urbana di 20 ettari destinata alla cittadinanza, con habitat per fauna e flora autoctone e aree attrezzate.

I doppi vantaggi dell’agrivoltaico

L’agrivoltaico si riferisce alla duplice attitudine di un terreno, adibito all’installazione di pannelli fotovoltaici e contemporaneamente all’agricoltura. Solitamente l’impianto è sollevato da terra e distanziato in una configurazione che consente l’utilizzo agricolo del terreno sottostante. Potrebbe trattarsi della coltivazione di colture che tollerano l’ombra, dell’apicoltura, del pascolo del bestiame, della coltivazione di funghi o di qualsiasi altro sistema.

A Bologna sorgerà un campo di 30 ettari con una capacità complessiva di 14 MW e una produzione annuale di 20 GWh, che sosterrà il consumo di 8000 famiglie. La produzione di energia sarà massimizzata dal fatto che i pannelli saranno capaci di orientarsi automaticamente in direzione del sole a seconda delle ore della giornata. Essendo rialzati, inoltre, permetteranno all’attività agricola di continuare al di sotto e di beneficiare dell’energia pulita prodotta, con un risparmio di 6000 tonnellate di anidride carbonica l’anno.

Le peculiarità dell’Energy Park

I lavori di costruzione del parco inizieranno nel 2025 e si concluderanno nel 2026 con l’apertura alla cittadinanza e l’entrata in opera dell’impianto. L’area prescelta è a nord di Bologna, nel quartiere Navile, tra via Ferrarese, via del Gomito e via Romita.

L’Energy Park ambisce a diventare un modello per evidenziare il contributo che le città possono dare alla sostenibilità in termini di decarbonizzazione del settore energetico ma anche di tutela della biodiversità e di miglioramento dello stile di vita delle persone. I cittadini sono al centro del progetto, non solo perché destinatari dell’area, che potranno frequentare come se fosse un grande parco cittadino. Le persone potranno anche partecipare finanziariamente alla costruzione del parco e investire in quote di proprietà, in cambio di un credito sull’energia generata e quindi a uno sconto in bolletta.

Si tratta della prima infrastruttura ecologica «in grado di coniugare la produzione di energia rinnovabile – spiega il Gruppo Hera – la tutela del suolo, la protezione delle specie animali e vegetali, spazi fruibili dalle persone, e anche la possibilità per i cittadini di compartecipare alla realizzazione di impianti fotovoltaici investendo in una loro porzione e ricevendo in cambio uno sconto sulla propria bolletta pari all’energia prodotta». Il parco sarà perciò «un’occasione unica di riqualificazione urbanistica dell’area circostante, dove si trovano centri sportivi e insediamenti urbani. L’infrastruttura consentirà infatti di ampliare la disponibilità di spazi per la fruizione di ambiti naturali o a vocazione naturalistica, integrando zone dedicate alla biodiversità vegetale e animale con zone di parco attrezzato, attraversate da sentieri ciclopedonali aperti a tutti».

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