Mentre l’efficientamento energetico guadagna consensi, i costi delle ristrutturazioni rimangono un ostacolo per molti proprietari. Ecco i risultati di una indagine condotta da Casavo, in collaborazione con SWG
Il ruolo centrale dell’efficientamento energetico nel dibattito attuale
L’efficientamento energetico è diventato una questione cruciale nel dibattito politico e ambientale, sia in Italia che a livello internazionale, in risposta alle pressanti sfide del cambiamento climatico e della transizione ecologica.
Le politiche europee e nazionali, come il Superbonus 110%, hanno promosso la ristrutturazione degli edifici per ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO₂, incentivando l’adozione di tecnologie sostenibili e fonti di energia rinnovabile. Con il 60% degli edifici residenziali italiani costruiti prima del 1976, il paese ha un notevole potenziale di miglioramento, che potrebbe portare non solo benefici ambientali, ma anche economici.
I proprietari favorevoli, ma i costi frenano gli interventi
Un’indagine condotta da Casavo, in collaborazione con SWG, ha evidenziato che 3 proprietari su 4 hanno già effettuato o sono intenzionati a intraprendere interventi di efficientamento energetico nelle proprie abitazioni. Tuttavia, il 27% dei proprietari dichiara di non voler procedere con alcun tipo di ristrutturazione, citando come principale ostacolo i costi elevati di tali interventi (51%).
Oltre a questo, il 39% dei rispondenti ritiene che la propria abitazione non necessiti di alcuna modifica. Questo dato riflette come, nonostante la crescente sensibilità verso il tema della sostenibilità, il fattore economico continui a giocare un ruolo determinante nella decisione finale dei proprietari.
Gli incentivi governativi: tra utilità e percezione di spreco
Gli incentivi statali, come il Superbonus 110%, sono stati accolti positivamente dal 69% dei proprietari, che li considerano uno strumento essenziale per stimolare il settore edilizio e rafforzare il PIL del Paese.
Tuttavia, la fiducia in questi strumenti sembra essere in calo: rispetto alla rilevazione del 2022, la percentuale di coloro che vedono gli incentivi come una soluzione efficace è diminuita di due punti percentuali. Inoltre, è cresciuta la percezione di uno spreco di fondi pubblici legati a queste misure, che il 37% degli intervistati (+11% rispetto al 2022) considera eccessivi e mal gestiti. Questo dato suggerisce che, sebbene gli incentivi siano ancora visti come utili, vi è una crescente preoccupazione riguardo alla loro sostenibilità economica a lungo termine e alla loro corretta implementazione.