Il mercato delle costruzioni nel 2024 calerà del 7,4%, vittima di caro materiali, stop al Superbonus e di una legge urbanistica obsoleta.
Le previsioni sul mercato delle costruzioni evidenziano un calo per il 2024, dovuto all’interruzione del Superbonus, all’aumento del costo dei materiali e ai mancati aggiornamenti delle normative urbanistiche. L’ha annunciato a giugno l’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), che sottolinea però le opportunità aperte.
Le costruzioni nel 2024 calano del 7,4%
Gli investimenti nelle costruzioni calano del 7,4% per il 2024, dopo un 2023 in positivo. Ma sono le percentuali specifiche a chiarire la reale situazione del mercato. A perdere più terreno sono le riqualificazioni, che registreranno un -27% e sono probabilmente state rallentate dallo stop al Superbonus. Un dato preoccupante data l’importanza delle ristrutturazioni nell’ottica di un efficientamento energetico funzionale al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, che dipende in gran parte dalla transizione ecologica dell’edilizia. Decresceranno anche il mercato delle nuove abitazioni (-4,7%) e delle costruzioni non residenziali (-1%). Cresceranno invece dl 20% gli investimenti nelle opere pubbliche.
Lo stop al Superbonus
La stagione del Superbonus è finita e le imprese e i cittadini sembrano in difficoltà dopo che il bonus aveva contribuito nel 2021 e 2022 a una crescita del PIL del 12,3%. Nel 2024 rimangono ancora molti cantieri aperti, con lavori da completare per almeno 7,2 miliardi di euro.
L’impulso dato negli anni passati è però sufficiente secondo ANCE a facilitare all’Italia il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Direttiva Case Green, che chiede agli Stati membri di ridurre il consumo di energia del 16% entro il 2030 (rispetto ai valori del 2020) e del 20-22% entro il 2035. Ma il lavoro non è di certo compiuto: per rispettare i target sarà necessario ristrutturare 1 milione di edifici entro il 2030 e altri 450mila dal 2031 al 2035. L’interruzione del Superbonus non deve naturalmente significare un abbandono da parte dello stato. Andranno al contrario adottati strumenti e soluzioni per sostenere le riqualificazioni.
I limiti della legge urbanistica
Lo stop al Superbonus è soltanto un aspetto della questione. Esistono infatti fattori che incidono a un livello più profondo, come l’inadeguatezza della legge urbanistica, che, fa notare ANCE, risale al 1942, o la legge sugli standard, che è ferma al 1968. Il vuoto normativo è stato colmato dalle regioni, ma con leggi dichiarate poi in gran parte incostituzionali oppure impugnate. Il Parlamento ha tentato 76 volte in 26 anni di aggiornare la legge urbanistica, fallendo. Occorre perciò più che mai una nuova legge che tenga conto dell’urgenza della rigenerazione urbana, sostenuta da un fondo alimentato in modo adeguato e costante.
L’aumento del costo dei materiali
L’altro grande tema che rallenta il mercato delle costruzioni nel 2024 è l’aumento dei prezzi dei materiali e delle materie prime. Al caro materiali non sono seguiti ristori, che avrebbero dovuto ammontare a 2 miliardi di euro. Ai costi dei materiali edili si aggiungono la scarsità e i ritardi nelle forniture. Ma anche il ritardo con cui arrivano i pagamenti e le compensazioni alle imprese edili, ancora in attesa delle risorse relative ai primi 6 mesi del 2022.
L’urgenza delle ristrutturazioni
La ristrutturazione degli edifici pubblici e privati, il comparto più sofferente del mercato delle costruzioni 2024, è definita dal Green Deal europeo come un’iniziativa chiave per promuovere l’efficienza energetica nel settore e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.
Per perseguire la duplice ambizione di guadagni energetici e crescita economica a seguito della pandemia di Covid-19, nel 2020 la Commissione ha pubblicato la strategia “A Renovation Wave for Europe – Greening our buildings, creating jobs, improving lives” (“Un’ondata di rinnovamenti per l’Europa – Rendere più verdi i nostri edifici, creare posti di lavoro, migliorare la vita”), unitamente a un piano d’azione e un documento presentare i finanziamenti UE disponibili. La Renovation Wave mira almeno a raddoppiare il tasso annuale di rinnovamento energetico entro il 2030 e, oltre a ridurre le emissioni e creare posti di lavoro verdi nel settore dell’edilizia, dominato dalle imprese locali, migliorerà gli standard di vita complessivi degli Europei. La strategia identifica 3 macroaree di interesse:
- affrontare la povertà energetica e gli edifici con le peggiori prestazioni
- ristrutturare gli edifici pubblici
- decarbonizzare il riscaldamento e il raffrescamento