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lunedì 23 Settembre 2024

Una direttiva UE per ridurre lo spreco alimentare

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Arriva la proposta della Commissione europea per ridurre lo spreco alimentare del 30% entro la fine del 2030.

Ogni anno l’Unione Europea getta via 59 milioni di tonnellate di cibo, quantificabili economicamente in 132 miliardi di euro. Sono gli utenti finali i principali responsabili dello spreco alimentare, che però si distribuiscono anche lungo il resto della filiera, dalla produzione alla trasformazione alla vendita al dettaglio. Il cibo si butta perché è troppo o perché è vicino alla data di scadenza, perché marcisce, perché avanza o perché non incontra i criteri estetici. Qualunque sia il motivo, lo spreco alimentare è arrivato a livelli preoccupanti e porta con sé lo spreco altrettanto grave di risorse e di denaro. L’UE sta perciò lavorando per ridurlo, nell’ambito degli sforzi per raggiungere un modello di sviluppo sostenibile. L’ultimo passaggio in tal senso è la proposta della revisione della Direttiva sui rifiuti, che ha però scatenato polemiche.

Le azioni dell’Europa contro lo spreco alimentare

La Commissione europea prende seriamente la questione dello spreco alimentare tanto che le azioni di dimezzarlo a livello di vendita al dettaglio e di consumo e ridurre le perdite alimentari lungo la produzione alimentare e le catene di approvvigionamento figurano tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, al punto 12.3. La riduzione dello spreco alimentare ha tra l’altro un enorme potenziale anche nella riduzione delle risorse che usiamo per produrre il cibo che mangiamo. Essere più efficienti consentirà perciò di risparmiare cibo per il consumo umano, ma anche denaro e risorse, diminuendo l’impatto ambientale del settore.

A tal proposito, nel 2020 la presidenza tedesca del Consiglio UE ha valutato i progressi compiuti dagli Stati membri e dall’Unione nel lavoro per prevenire e ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, evidenziando i traguardi raggiunti e le misure adottate dagli Stati membri, tra strategie nazionali, adozione di iniziative legislative e non legislative e campagne di sensibilizzazione dei consumatori. Un bilancio che è servito a produrre nuove strategie, come la Farm to Fork, nell’ambito del Green Deal europeo, tramite cui la Commissione cercherà di intensificare l’azione per prevenire la perdita e lo spreco di cibo in tutta l’UE.

Si tratta perciò di una priorità dell’UE, che vuole proporre a mano a mano obiettivi giuridicamente vincolanti per ridurre lo spreco alimentare in tutta l’Unione, entro la fine del 2023, definiti rispetto a un valore di riferimento. Proporrà inoltre una revisione delle norme dell’UE sull’indicazione della data di scadenza, che spesso scoraggia nell’acquisto e nella consumazione. Integrerà inoltre ulteriormente la prevenzione delle perdite e degli sprechi alimentari in altre politiche dell’UE.

La proposta di Direttiva

Al fine di accelerare i progressi dell’UE verso l’obiettivo 12.3 dell’Agenda 2030, la Commissione ha dunque proposto di fissare i primi obiettivi giuridicamente vincolanti di riduzione degli sprechi alimentari che gli Stati membri devono raggiungere entro il 2030, nell’ambito della revisione della Direttiva quadro sui rifiuti adottata dalla Commissione il 5 luglio 2023. I risultati del primo monitoraggio a livello di UE dei livelli di spreco alimentare effettuato nel 2020 serviranno da riferimento per valutare i progressi verso il conseguimento degli obiettivi.

Più specificamente, gli Stati membri sono tenuti ad adottare le misure necessarie per ridurre lo spreco alimentare entro la fine del 2030:

  • del 10%, nella lavorazione e nella produzione
  • del 30% (pro capite), congiuntamente al dettaglio e al consumo (ristoranti, servizi di ristorazione e famiglie)

La proposta legislativa, che modifica la Direttiva quadro sui rifiuti, prevede un riesame formale dei progressi compiuti dagli Stati membri entro la fine del 2027, compresa la possibilità di adattare gli obiettivi se i dati suggeriscono che l’UE può contribuire ancora di più all’ambizione globale.

La reazione dei consumatori

La proposta di revisione non ha però incontrato il plauso di tutti, scatenando anzi diverse critiche. Gli obiettivi fissati da Bruxelles sono parsi troppo poco ambiziosi, addirittura conservativi, e incompatibili con quelli dell’ONU rispetto allo sviluppo sostenibile. L’obiettivo 12.3 dell’Agenda 2030, più volte citato come riferimento, invita infatti a «dimezzare entro il 2030 lo spreco alimentare globale pro capite a livello di vendita al dettaglio e consumo, e ridurre le perdite alimentari lungo le catene di produzione e di approvvigionamento, comprese le perdite post-raccolto». Un target irraggiungibile ai ritmi settati dall’UE con la proposta di revisione.

Ora la parola passa al Parlamento e al Consiglio, in vista della sua adozione da parte dei colegislatori secondo la procedura legislativa ordinaria.

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