Siete pronti a vivere una nuova vita digitale? Arriva il metaverso, un mondo virtuale che si affianca a quello reale.
Nel romanzo fantascientifico Snow Crash di Neal Stephenson, del 1992, il metaverso è un mondo tridimensionale completamente virtuale, in cui le persone si muovono sotto forma di avatar e vivono una vita simile in tutto e per tutto a quella reale. Fino al 2021 quel mondo è stato confinato nell’ambito delle utopie (o distopie?) futuristiche basate sull’evoluzione di Internet. Ma oggi quell’utopia sta diventando realtà in concomitanza con la maturazione delle tecnologie che la rendono praticabile.
Non è un caso che “metaverso” figuri tra le parole dell’anno del 2021. A ottobre scorso, infatti, un concetto relegato, fino a quel momento, alla fantasia ha preso definitivamente corpo, con il cambio nome di Facebook in Meta e l’annuncio di voler assumere 10mila persone per dare finalmente vita a un universo digitale. Contemporaneamente, Microsoft ha avviato ricerche e sperimentazioni sullo stesso ambito, annunciando che nel 2022 integrerà il metaverso su Teams. E a gennaio 2022 si è aggiunta alla corsa anche Apple, che conferma di intravedere molto potenziale nella sua messa a punto. Ma cos’è esattamente il metaverso? Come si entra? Quali opportunità porta con sé?
Cos’è il metaverso?
Il metaverso che Facebook, Microsoft, Apple e tanti altri stanno iniziando a concepire non si discosta poi molto dall’anticipatoria descrizione che ne ha fatto Stephenson nel 1992. Si tratta di un mondo digitale identico in tutto e per tutto a quello che viviamo quotidianamente, un’evoluzione di internet e dei social network che porta a compimento la smaterializzazione della vita reale e il suo trasferimento online. Una volta entrati nell’universo digitale, potremo, infatti, creare un avatar a nostra immagine e somiglianza per iniziare lavorare, partecipare a riunioni ed eventi di ogni genere, socializzare, passeggiare, viaggiare, costruire e, naturalmente, comprare mediante criptovalute.
Il metaverso è perciò un cyberspazio costruito sulle stesse fondamenta spaziali e temporali del pianeta Terra, ma i “materiali” di cui è composto sono impalpabili, nient’altro che dati e informazioni. Alla sua base c’è il concetto di cloud, uno sterminato archivio digitale di dati, ma c’è soprattutto quello dell’ubiquità di internet, accessibile ovunque e da chiunque abbia a portata di mano un dispositivo mobile. Su queste basi è sufficiente innestare una grafica sempre più realistica e un sistema di valori paragonabile a quello reale, per dare finalmente un volto e una tridimensionalità all’infosfera.
Entrare nel metaverso sarà dunque semplicissimo: basteranno un computer o uno smartphone, la connessione internet e un visore 3D. Quest’ultimo, in teoria, non è imprescindibile, ma lo diventa se l’obiettivo del metaverso è di risultare quanto più immersivo e “reale” possibile.
Il metaverso è un videogioco?
Niente di nuovo, potremmo essere portati a pensare. Mondi simili, dopotutto, esistono già, nei videogiochi di ruolo e nelle chat 3D. E in effetti, allo stato attuale, non esiste una definizione univoca di metaverso che si discosti poi tanto da quella di alcuni MMORPG (Massively Multiplayer Online Role-Playing Game, cioè Gioco di Ruolo Multigiocatore di Massa in Rete). Entrambi, infatti, possono possedere le seguenti caratteristiche:
- un vasto ambiente virtuale
- interazioni tra gli utenti tramite AR e VR
- esperienze di fruizione uniche ma concentrate in un unico metaverso
- generazione di contenuti da parte degli utenti
- economia digitale
La differenza sostanziale tra il metaverso e un videogioco è però, innanzitutto, che le interazioni che avvengono nel primo hanno effetti sulla realtà, creando una forte interconnessione tra i due mondi. Il metaverso, insomma, è un continuum del mondo esistente. E un’altra differenza risiede nel fatto che lo scopo principale del metaverso non è ludico. Il metaverso è una realtà virtuale a tutti gli effetti, che del gioco, al massimo, sfrutta il potenziale esperienziale. Al contrario, però, non ne possiede le tipiche dinamiche di progresso, risultato, incentivo, passaggio di livello e simili.
È pur vero che non esiste un unico metaverso e ce ne sono già diversi in produzione. Molti sfrutteranno blockchain e NFT per incentivare gli utenti a costruire essi stessi contenuti ed esperienze all’interno del mondo virtuale. Non resta perciò che capire dove si dirigeranno le singole aziende impegnate nella loro creazione.
Il metaverso è un social network?
Un’altra esperienza a cui potrebbe rimandare la sommaria definizione del metaverso che oggi abbiamo a disposizione è quella dei social network, gli spazi di interazione digitale e virtuale per eccellenza. Non è un caso, dopotutto, che sia stato proprio Zuckerberg, a capo di 3 piattaforme social, tra i primi a investire sul suo sviluppo. Tuttavia, nonostante la possibilità di portare quasi a compimento la fusione tra vita reale e digitale che i social anticipano, il metaverso non è nemmeno (soltanto) un social network.
Questi ultimi, infatti, sono nati come incentrati sui consumatori e hanno sviluppato in seguito le opportunità B2C e B2B per cui oggi sono noti. Il metaverso, al contrario, avrà un’anima corporate. Non è un caso che il primo settore a dimostrare potenzialità nel metaverso sia l’immobiliare, già rivelatosi redditizio con la compravendita di terreni virtuali. Ma a beneficiare del metaverso saranno i settori più disparati:
- l’intrattenimento, l’arte, il teatro, il design, con la creazione di spettacoli, mostre, esperienze, eventi e ambienti virtuali in cui sperimentare tutta la propria creatività
- la moda e i cosmetici, perché ci saranno nuovi “corpi” virtuali di cui prendersi cura
- il turismo, grazie alla possibilità di viaggiare virtualmente per testare i servizi degli attori del settore
- il marketing, che riuscirà sempre di più a targettizzare e a rendere immersivi le campagne pubblicitarie, i punti vendita e i prodotti, moltiplicando i dati raccolti sui consumatori
- la formazione lavorativa e l’istruzione scolastica, che potranno approfittare di strumenti come simulatori e laboratori, seminari e lezioni virtuali per aumentare il loro potenziale educativo
Un metaverso, tanti metaversi
Ad oggi esistono o sono in arrivo già diverse piattaforme per l’ingresso nel metaverso:
- Decentraland, il metaverso di Ethereum, attivo dal 2016 e popolato già da una nutrita community. Si basa ovviamente sulla blockchain ed è perciò completamente decentralizzato. I detentori della criptovaluta MANA possono partecipare a decisioni di governance della piattaforma. La valuta corrente è invece LAND, NFT che rappresenta la proprietà di beni nel metaverso.
- Blocktopia, un grattacielo virtuale in 21 livelli in grado di offrire una coinvolgente esperienza visiva governato dal token BLOK. È incentrato sulla crittografia e permette di impararne i fondamenti partecipando a eventi a tema, di guadagnare possedendo e affittando terreni e di creare arte ed esperienze.
- Sandbox, metaverso a blocchi che consente di creare oggetti 3D tramite VoxEdit, di scambiarli con gli altri utenti caricandoli nell’IPFS e di creare giochi 3D con Game Maker. Il token che governa le transazioni è SAND, utilizzato per giocare, acquistare oggetti, terre o per la personalizzazione dell’avatar.
- USM, metaverso in cui gli utenti sono costruttori che possono dare vita a un proprio social network, a un sistema economico e una civiltà virtuale inedita.
- Stageverse, piattaforma espressamente dedicata alle esperienze immersive, come i concerti.