Trasparenza ed efficacia sono i pilastri su cui intende edificare la finanza sostenibile.
Ma come?
Ha risposto a questa domanda direttamente BlackRock, la più grande società di investimento del mondo che controlla un portafoglio da 8.000 miliardi di dollari. Ma le reazioni non hanno generato molti consensi. Anzi, la società civile ha evidenziato un conflitto di interessi palese dietro questo rapporto.
Che cos’è la finanza sostenibile?
Secondo GSIA (Global Sustainable Investment Alliance) la finanza sostenibile è “quell’insieme di strategie di investimento che considerano i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nella composizione e gestione di portafoglio”.
ESG è la sigla inglese più nota nel mondo della sostenibilità:
- Environment (ambiente). Significa attenzione ai rischi quali inquinamento dell’aria e dell’acqua, i cambiamenti climatici, le deforestazioni, le emissioni di CO2 e gli sprechi.
- Social. È l’impegno ad agire rispettando i diritti umani, In particolare quelli dei lavoratori e mantenere rapporti rispettosi della comunità in cui l’azienda opera.
- Governance. È l’attuazione di quelle buone pratiche di conduzione societaria. Riguardano il comportamento della proprietà e dei dirigenti nel rispetto delle leggi e della deontologia, la composizione del consiglio di amministrazione, i procedimenti di controllo e la retribuzione dei manager.
Si tratta di tre sensibilità diverse tra loro, ma tutte necessarie per sostenere una crescita a misura d’uomo. Costituiscono anche i tre indicatori utilizzati dai gestori per selezionare e inserire le aziende più virtuose nel proprio portafoglio.
Le sette strategie della finanza sostenibile
EUROSIF, il Forum Europeo per gli Investimenti Sostenibili e Responsabili, ha identificato sette strategie che permettono di investire responsabilmente il proprio denaro.
- Investimenti tematici: i capitali vengono investiti soltanto in alcuni settori: efficienza energetica, salute, energie rinnovabili ecc.
- Investimenti “best in class”: investire su aziende che ottengono performance ESG migliori;
- Rispetto di norme e standard internazionali: investire unicamente in imprese e stati che aderiscono a determinate convenzioni dell’Onu o di altre sue agenzie;
- Esclusioni: questa strategia consente ad un investitore di escludere dal proprio portafoglio i settori ritenuti poco etici. Di norma si tratta di tabacco, armi, pornografia, ma anche OGM, esperimenti sugli animali, energia nucleare;
- Integrazione delle istanze ESG nell’analisi finanziaria: includere nell’analisi finanziaria standard le istanze ESG, sia nelle decisioni di investimento che nei rendimenti attesi;
- Engagement: l’investitore cerca di avere un ruolo attivo nelle scelte ambientali, sociali e di governance dell’azienda, dialogando con il management (soft engagement) o esercitando il suo diritto di voto nell’assemblea degli azionisti (hard engagement);
- Impact investing: investire in aziende, fondi e organizzazioni perseguendo due obiettivi principali: dal un lato generare un ritorno finanziario: dall’altro lato, dare vita ad un impatto ambientale e sociale positivo, concreto e misurabile.
Blackrock e la finanza sostenibile
Blackrock sostiene che le banche europee non si stiano attivando al meglio per integrare i cardini della finanza sostenibile all’interno dei loro sistemi di policy.
Sono pochi gli istituti che hanno un’idea della loro reale esposizione ai rischi collegati a fattori ambientali, sociali e di governance (ESG).
“Nonostante i maggiori sforzi da parte di banche e autorità di vigilanza, questo studio rileva che il ritmo di attuazione per raggiungere un’efficace integrazione ESG all’interno della gestione del rischio, della vigilanza prudenziale, delle strategie aziendali e delle politiche di investimento deve essere accelerato”, si legge nel rapporto.
La mancanza che pesa di più è la definizione comune dei rischi ESG. Per questo, il fondo di investimento invita il settore bancario a sviluppare una definizione unica e granulare virgola in grado cioè di adattarsi a un panorama variegato.
BlackRock è un colosso finanziario enorme, questo comporta che ogni sua mossa può avere impatto sul mercato, alterando i delicati equilibri fra azioni dei concorrenti e autorità politiche. La stessa Emily O’Reilly, difensore civico europeo, non appena la commissione aveva reso pubblica la decisione di affidarsi a BlackRock, aveva censurato Bruxelles per non aver dato abbastanza peso alle conseguenze del conflitto di interessi.
L’intervista a Kenneth Haar
Anche Kenneth Haar, ex dirigente del fondo americano BlackRock che ha deciso di raccontare la sua verità, dopo due anni nel cuore della finanza.
“Quando lasci che una società finanziaria con grandi investimenti in tutto, dal carbone al gas e petrolio, così come nelle banche, proponga misure politiche sul cambiamento climatico e le banche, ti ritroverai con un approccio leggero. Un approccio che molto probabilmente non farà molta differenza e ritarderà qualsiasi azione reale sul cambiamento climatico. Abbiamo visto BlackRock sostenere così tante volte che l’approccio migliore è quello che consente all’industria finanziaria di prendersi il suo tempo e di autoregolarsi, e qui ripetono questa formula”.
Ma una cosa si può fare: spingere affinchè i governi legiferino per orientare i business. E questo lo si può fare solo con la leva fiscale: se si impone una carbon tax su certi prodotti, le persone li eviteranno perché diventeranno troppo cari. “Altrimenti rimarremo nel sistema attuale, nel quale, sfortunatamente, essere irresponsabili è ancora redditizio. Per questo anche la finanza green non cambia granché: serve alle coscienze dei singoli. È un placebo, che non fa altro che ritardare le azioni che servirebbero. Peggio, ci può far credere che Wall Street stia facendo qualcosa. Dentro a quel sistema io ci sono stato. E mi sono talmente inquietato da convincermi a parlare”.
Si parla di Greenwashing
“Il lavoro che ho svolto mi ha consentito di vedere cosa sta accadendo nel capitalismo.
I grandi gestori di fondi propongono prodotti ESG e accadono due cose. Primo, gli investitori pagano commissioni più alte perché pensano di fare qualcosa di buono. Secondo, si immagina che così si tolgano soldi a società “cattive”. Ma la realtà è che queste li otterranno da altri. Ci sarà sempre qualche fondo speculativo pronto a comprare quelle quote, finché resteranno redditizie”.
Il sistema finanziario non è in grado di autoregolarsi, l’unica strada passa per le leggi e per le tasse. Ed è su questo che si dovrà insistere.
Per approfondire l’argomento puoi consultare le seguenti letture:
Bluexperience: salone della mobilità sostenibile
Approvata la legge europea sul clima
Renovation Wave: cos’è e che obiettivi ha