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lunedì 23 Settembre 2024

Bus elettrici fondamentali per la smart city

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I bus elettrici stanno diventando indispensabili. 

Il trasporto pubblico urbano sta seguendo sempre più il trend dell’elettrificazione. 

La Cina ha aperto le danze, l’Europa ha rallentato la corsa a causa della pandemia, ma questa tendenza dominante ormai è destinata a insediarsi in maniera definitiva. 

 

Il Global Market Insight ha stimato le dimensioni del mercato degli autobus elettrici traducendoli in numeri: si parla di 28 miliardi di dollari, con un tasso di crescita CAGR dell’11% nel periodo compreso fra il 2021 e il 2027. 

Le previsioni erano già ottimiste nel 2019, quando uno studio condotto da Marco Pagliaro e Francesco Meneguzzo del CNR, sosteneva che gli autobus endotermici sarebbero stati i primi veicoli a essere sostituiti del tutto dai corrispettivi veicoli elettrici.

 

Altri dati a nostra disposizione confermano l’ascesa inarrestabile di questo mercato. Una ricerca pubblicata su Chinabuses afferma che solo nel 2020 sono stati venduti ben 61mila nuovi autobus elettrici. È il segno che qualcosa sta cambiando a livello di mentalità e di attenzione alla sostenibilità. Ma non solo: il fenomeno dell’elettrificazione dei trasporti, legandosi sempre di più alla digitalizzazione, è destinato a diventare uno dei pilastri della smart mobility.

 

 

Bus elettrici: il quadro internazionale 

 

Partiamo da un doveroso chiarimento. 

Tram e filobus esistono da decenni e quello di cui stiamo parlando oggi è il mercato degli e-bus mossi da batterie. 

Umberto Guida, direttore Research and Innovation della UITP (International Association of Public Transport) si esprime così in merito: “Si è partiti in Cina, dove si sono visti i primi esemplari in occasione dei giochi olimpici di Pechino del 2008. Erano 23 autobus a celle a combustibile hanno percorso le strade della capitale. Da lì è partito nel Paese un autentico boom che ha portato a uno sviluppo enorme dei bus elettrici, tanto che oggi in Cina è più vantaggioso il loro acquisto rispetto a un corrispettivo diesel”.

Per l’approdo in Europa ci è voluto qualche anno, continua Guida: “È stato il lancio di tre progetti di ricerca avanzata, avvenuti nel 2012 di cui uno focalizzato sugli autobus, ad avviare l’interesse delle società di assemblaggio e a portare alla circolazione del primo veicolo elettrico del progetto, assemblato in Europa nel 2014, a Barcellona”.

 

Essendo un mercato caratterizzato da forte dinamismo, la crescita è stata molto rapida e ha coinvolto piccoli e grossi produttori in maniera capillare. 

 

 

L’andamento in Europa

 

La situazione a livello Europeo è disomogenea, l’elettrificazione procede in maniera diversa nei vari Paesi. 

Lo studio Transport & Enviroment mette in evidenza alcune posizioni rilevanti: 

  • Danimarca al primo posto con il 78% dei nuovi veicoli elettrici per il trasporto pubblico
  • A seguire Lussemburgo e Paesi Bassi, con i due terzi dei nuovi autobus a zero emissioni. 
  • Pari merito Svezia, Norvegia e Finlandia con percentuali che si aggirano intorno al 25%, dato riferito agli autobus urbani registrati nel 2019 a zero emissioni. 
  • Italia, Polonia, Germania e Regno Unito invece sono palesemente in ritardo. Nel 2019, meno del 10% dei loro autobus urbani di nuova immatricolazione erano elettrici o a idrogeno.

 

Bus elettrici: concentriamoci sull’Italia

 

Come dicevamo, la situazione italiana è in difficoltà, con l’eccezione della città di Milano che 

conta di arrivare al 2030 al completo rinnovo della flotta e disporre di ben 1.200 bus elettrici.

Anche Cagliari ha pronto un buon piano di rinnovamento da 156 milioni di euro da investire in meno di 15 anni per i veicoli e le infrastrutture elettriche. Ma per quanto riguarda il resto della penisola la strada verso l’elettrificazione è ancora molto lunga.

 

Un vero peccato se pensiamo che il trasporto diventerà sempre di più una componente fondamentale di una smart city.

Pensiamo già solo a livello di risparmio. I bus elettrici sono più competitivi di quelli tradizionali, non tanto sull’acquisto in sè, ma proprio considerando il “total cost of ownership”. In pratica, il fattore prezzo di acquisto rientra in diversi altri parametri. Essi comprendono tra l’altro: spese di manutenzione (la componentistica di un sistema di propulsione elettrico è assai più ridotta rispetto al motore endotermico), costi delle batterie – in progressiva riduzione – e persino i costi sociali, come quelli evitati a livello sanitario a causa dell’inquinamento.

 

 

I bus elettrici sono ormai fondamentali per le smart city

 

Un altro fattore da considerare è la combinazione tra elettrificazione e digitalizzazione, un elemento sempre più fondamentale. Pensiamo ad esempio alle piattaforme di verifica dello stato della ricarica che permettono di monitorare informazioni utili in tempo reale per ottimizzare il rifornimento a spina dei mezzi durante il servizio. L’intelligenza nella distribuzione della ricarica nei mezzi in deposito sarà un ulteriore elemento che combina digital ed electric. 

 

Oggi, tra l’altro, si sta lavorando alla possibilità nel prossimo futuro di rifornire i bus elettrici in modalità driveless, ottimizzando la ricarica. Alcune sperimentazioni sono già state testate, validando il funzionamento.

 

Tutte componenti che una smart city richiede. Prendendo il significato istituzionale europeo di città intelligente capiamo infatti che essa si sviluppa su 3 assi integrati fra loro: 

  • energia
  • trasporti
  • digitalizzazione 

 

E inevitabilmente l’ultima categoria è strettamente connessa con le altre due. 

Pensiamo alla prospettiva del Vehicle-to-Grid. I bus elettrici stessi potrebbero diventare mezzi in grado di fornire l’elemento ideale per l’energy storage, contando su mezzi che hanno batterie significative che possono essere ottimizzatori importanti dell’energia.

Se ne deduce che la combinazione con transizione ecologica (emissioni zero) e la transizione energetica è vincente. I mezzi vanno pensati anche come vettori per raccogliere l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili per renderla fruibile anche quando gli impianti non sono in funzione.

 

 


Per approfondire l’argomento ti consigliamo le seguenti letture: 

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