Un’analisi di Bankitalia evidenzia come il Superbonus abbia contribuito in maniera determinante all’impennata dei costi edilizi tra il 2021 e il 2023.
L’analisi di Bankitalia: un impatto del 50% sull’aumento dei costi
Secondo lo studio “The Role of the Superbonus in the Growth of Italian Construction Costs”, pubblicato da Francesco Corsello e Valerio Ercolani per la Banca d’Italia, il Superbonus ha inciso per circa il 50% sull’aumento dei costi di costruzione registrato tra settembre 2021 e dicembre 2023. L’incentivo fiscale, introdotto nel 2020 per migliorare l’efficienza energetica e la sicurezza sismica degli edifici, ha generato una crescita dei costi pari al 13%, con impatti diretti anche sul debito pubblico, arrivato al 4% del PIL nel 2023.
Le cause dell’aumento: domanda straordinaria e strozzature globali
Il Superbonus ha innescato una domanda eccezionale di materiali edili e manodopera, amplificando le strozzature nelle catene di approvvigionamento globali, già fragili dopo la pandemia. Il prezzo di legno e metalli, ad esempio, è stato fortemente influenzato da queste dinamiche. La facilità di trasferimento del credito ha ulteriormente accelerato la domanda, in un settore edilizio che, prima del Superbonus, mostrava un valore aggiunto inferiore del 20% rispetto al 2010.
Effetti domino: dai materiali ai prezzi immobiliari
Lo studio di Bankitalia sottolinea un effetto a catena: l’aumento dei costi dei materiali si è trasferito ai costi di costruzione e, in parte, ai prezzi immobiliari. A questo si aggiungono fenomeni speculativi, con fornitori e imprese che hanno sfruttato l’incentivo per alzare i prezzi. Il Superbonus, quindi, non è stato solo un volano per l’edilizia, ma anche un amplificatore delle vulnerabilità strutturali di un settore già in difficoltà.