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mercoledì 4 Dicembre 2024

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Affitti brevi.Dal 1° gennaio 2025 diventa obbligatorio il Codice Identificativo Nazionale. Ad oggi, solo il 20% dei proprietari risulta in regola.

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Scatta l’obbligo del CIN per gli affitti brevi: il 33% dei proprietari è ancora impreparato.

L’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN), obbligatorio dal 1° gennaio 2025 per gli immobili destinati agli affitti brevi, sta evidenziando importanti criticità. Secondo un’indagine realizzata da Facile.it in collaborazione con mUp Research e Norstat, il 33% dei proprietari intervistati – pari a circa 230.000 individui – dichiara di non essere a conoscenza dell’obbligo. Un dato che solleva interrogativi sulla capacità di informazione e di conformità alla normativa da parte degli operatori.

Profilo dei proprietari
Dal punto di vista socio-economico, il 62% dei proprietari gestisce immobili destinati agli affitti brevi come fonte di reddito aggiuntiva rispetto alla propria attività principale, configurando un modello economico basato sulla gestione informale del patrimonio immobiliare. Tuttavia, per i proprietari tra i 25 e i 34 anni, la situazione è diversa: il 61,3% ha trasformato l’attività in una professione, confermando l’evoluzione verso modelli imprenditoriali nelle fasce di età più giovani.

I motivi che spingono i proprietari verso il modello degli affitti brevi variano: il 39,8% lo sceglie per massimizzare i ricavi, il 35,7% per evitare problematiche connesse alla morosità degli inquilini e il 28,3% per mantenere una maggiore disponibilità dell’immobile in caso di necessità. Un ulteriore 13,7% indica come motivazione esperienze negative con locazioni a lungo termine.

Stato di adeguamento normativo
L’indagine evidenzia come il 44% dei proprietari non abbia ancora presentato richiesta per il rilascio del CIN, mentre il 33% lo ha richiesto senza tuttavia averlo ancora ottenuto. Solo il 20% risulta pienamente conforme alla normativa.

Tra coloro che non hanno ancora avviato la procedura, il 30% dichiara di volerlo fare a breve termine, mentre il 38% intende prima approfondire le implicazioni normative. Tuttavia, il 9,3% – equivalente a circa 30.000 proprietari – segnala l’intenzione di cessare l’attività per la complessità degli obblighi, una percentuale che sale al 14% nelle regioni del Sud e delle Isole. Inoltre, il 6% degli intervistati (18.000 proprietari) manifesta l’intenzione di continuare l’attività senza rispettare la nuova normativa, esponendosi così a potenziali sanzioni.

Obblighi di sicurezza: conformità parziale
Oltre al CIN, la normativa impone l’installazione di dispositivi di sicurezza negli immobili concessi in locazione breve. Da questo punto di vista, il 63% dei proprietari ha già installato rilevatori di fumo e quasi due su tre si sono dotati di estintori. Meno diffusa è l’adozione dei rilevatori di monossido di carbonio, presenti solo nel 49% dei casi.

L’attuale quadro normativo richiede un significativo sforzo informativo e operativo per garantire l’allineamento degli operatori agli obblighi di legge, limitando il rischio di inadempienze e il conseguente impatto sanzionatorio.

Redazione Agire
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Agenzia di stampa specializzata nel settore immobiliare e nella transizione ecologica, ambientale e digitale
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