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lunedì 23 Settembre 2024

L’intelligenza artificiale aumenta il fatturato

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L’intelligenza artificiale in azienda è sempre più presente, ma alcune realtà hanno ancora qualche freno a introdurla al loro interno. Altre, invece, la considerano la principale responsabile di un aumento del loro valore.

Da dove derivano queste differenze?

McKinsey, società leader nella consulenza manageriale internazionale, ha di recente condiviso uno studio approfondito dal titolo “The state of AI in 2020”, in cui analizza l’impatto dell’intelligenza artificiale sul fatturato aziendale. L’indagine condotta a livello globale ha raccolto risposte da parte di 2.395 partecipanti sull’adozione di tecnologie e sistemi di intelligenza artificiale all’interno delle aziende.

I principali dati emersi sono i seguenti:

  • Le organizzazioni che utilizzano al proprio interno l’intelligenza artificiale, la considerano uno strumento per generare valore. E sempre più spesso, quel valore coincide col fatturato.
  • Questo fatturato in aumento sarebbe rappresentano dal 22% e le organizzazioni che ne hanno beneficiato prevedono, nei mesi a venire, di investire ancora di più nell’IA.

 

Quali sono i settori che hanno investito nell’AI

Dal Report McKinsey emerge che sono i settori Hi-tech e Telecomunicazione i più propensi ad adottare l’intelligenza artificiale nelle proprie organizzazioni, con il settore Automobilistico e il settore Assemblaggio in seconda posizione.

E gli ambiti di utilizzo sono i medesimi dell’anno 2019:

  • Service Operations
  • Product Development
  • Marketing & Sales

Ma è interessante notare come, oltre alla correlazione intelligenza artificiale – aumento fatturato, ce ne sia un’altra altrettanto importante: tecnologie AI – riduzione costi aziendali.

Le risorse tecnologiche, infatti, agevolando l’ottimizzazione della gestione dei talenti, dell’automazione del contact centre e dei magazzini, portano un taglio considerevole a tutte quelle spese che andavano previste in tutte questi ambiti. 

Di particolare supporto in tal senso è l’adozione in azienda del deep learning (o “apprendimento profondo”), ambito di ricerca del machine learning e dell’intelligenza artificiale.

 

Le dirette conseguenze

In base ai dati emersi dalla survey sull’intelligenza artificiale nelle aziende, le organizzazioni che vedono il più alto impatto dell’intelligenza artificiale sui profitti, riportano diversi punti di forza che li distinguono dagli altri intervistati, ossia:

  • migliori prestazioni complessive
  • migliore leadership
  • impegno di risorse per l’adozione di sistemi AI

Dunque, le imprese che rilevano un maggiore impatto dell’intelligenza artificiale sul proprio fatturato, sono quelle che, in realtà, registrano una crescita complessiva maggiore, anno su anno, rispetto ad altre società.

La prima considerazione che viene da fare è che questa accelerata verso l’introduzione dell’IA in azienda potrebbe creare un divario sempre più ampio con le aziende che invece ancora non intendono trarre vantaggi dalla tecnologia.

Tuttavia – sottolineano gli analisti di McKinsey – il divario tra gli alti performer dell’AI e coloro che sono più indietro nell’adozione di nuove tecnologie, non risiede solo nel “sapere”, nelle competenze e nelle abilità tecniche, ma anche in quegli aspetti relativi alle interazioni tra le varie figure nelle aziende, tra cui, ad esempio, l’allineamento dei dirigenti senior alla strategia che vede l’adozione di processi di esecuzione standard per scalare l’AI all’interno dell’organizzazione.

 

I rischi dell’intelligenza artificiale

Solo una minoranza degli intervistati conosce i rischi legati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

I rischi maggiori sono collegati al fattore “comprensione”, la cosiddetta AI explainabilty.

L’AI “spiegabile”, l’AI trasparente, fa riferimento a metodi e tecniche nell’applicazione delle tecnologie di intelligenza artificiale, tali da rendere i risultati delle soluzioni e delle decisioni comprensibili a chi le utilizza.

La mancanza di spiegabilità dell’AI invece presenta un certo livello di rischio in diversi settori. In particolare, in campo sanitario le criticità sono significativamente elevate nel momento in cui il sistema di intelligenza artificiale ha un ruolo cardine nelle scelte terapeutiche.

E nell’ambito dei servizi finanziari, le autorità di regolamentazione potrebbero aver bisogno di sapere perché un’organizzazione, ad esempio, ha preso determinate decisioni nell’erogare alcuni prestiti.

E qui ci addentriamo nel complesso e filosofico dibattito fra interazione macchina-uomo con annesse conseguenze sulla nostra vita futura. Non è nostra intenzione inserirci in questi meandri, ma rimanere in superficie per osservare i dati che ne emergono ed eventualmente fare chiarezza su alcuni punti.

 

L’intelligenza artificiale e la pandemia

In risposta alla pandemia, le aziende del settore automobilistico e dell’assemblaggio, del settore sanitario e farmaceutico, hanno aumentato gli investimenti in AI in ciascuna delle principali funzioni aziendali.

Si tratta di settori che durante il lockdown hanno sentito l’esigenza di collaborare in modo più intensivo con gli analisti dei reparti IT per aggiornare i modelli di domanda, riconsiderare le catene di approvvigionamento, definire strategie e piani di scenario attorno alle esigenze di risorse e abilitare l’automazione nelle fabbriche.

Avendo a disposizione più dati disponibili dai canali digitali, è stata possibile una migliore customer experience, con contenuti personalizzati e un servizio digitale e automatizzato.

In quest’ottica è bene allargare la prospettiva e considerare l’intelligenza artificiale non più solo come mezzo per automatizzare i processi o analizzare il mercato, ma come vero e proprio strumento di aiuto da utilizzare in maniera meno conservativa e più laterale, laddove ovviamente ce ne siano i presupposti oltre alle necessità.

 


 

Per approfondire l’argomento ti consigliamo le seguenti letture:

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