Com’è nata la domotica, a che punto è arrivata e, soprattutto, che novità ci riserverà la domotica del futuro?
Come tutte le grandi innovazioni della storia, la domotica non è nata all’improvviso qualche anno fa. È frutto dell’evoluzione graduale delle necessità delle persone e dello sviluppo di tecnologie che a esse rispondono. Un processo iniziato più di un secolo fa, che ha sempre affascinato anche scrittori e registi, impegnati a immaginare il futuro delle nostre case tra robot per le faccende domestiche e automatismi vari.
Il passato della domotica
Già nel 1898 Nikola Tesla aveva creato il primo telecomando per azionare una barca giocattolo, un dispositivo portatile che potesse inviarle informazioni tramite onde radio. Non si tratta propriamente di una tecnologia domestica, ma sfrutta principi che ritroveremo nella domotica. Negli stessi anni è l’industria a introdurre i primi regolatori di temperatura automatici, sviluppati da William Penn Powers. Mentre nelle case, all’inizio del ‘900, compaiono i primi elettrodomestici autonomi elettrici o alimentati a gas: aspirapolvere, scaldabagni, lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie, asciugatrici, cucitrici, ferri da stiro, tostapane, ma anche tapparelle. Naturalmente si trattava di dispositivi molto costosi all’epoca e inaccessibili ai più. È del 1907 a Chicago il primo hotel con aria condizionata automatica, basata proprio sulla tecnologia di Powers, che apre la strada alla building automation.
Una volta nati i device, non restava che renderli sempre più smart, seguendo i progressi dell’elettronica e dell’informatica. È così che nasce nel 1966 ECHO IV, della Westinghouse Corporation, il primo vero dispositivo intelligente della storia, anche se mai messo in vendita. Poteva produrre liste della spesa controllando le scorte alimentari, gestire la temperatura in casa e accendere e spegnere gli elettrodomestici. Un grande passo avanti verso la domotica che tutt’oggi regola le nostre case. Anche il Kitchen Computer sviluppato l’anno dopo non ebbe fortuna, nonostante la possibilità di memorizzare ricette, a causa del costo proibitivo e di un claim disastroso: “If she can only cook as well as Honeywell can computer”.
I passi decisivi
Il microprocessore, inventato nel 1971, consente di abbattere i prezzi degli elettrodomestici e porta le più moderne tecnologie di allora nelle case di tutti. Quattro anni dopo, nel 1975, viene sviluppato un protocollo di comunicazione attraverso linee elettriche per dispositivi elettronici, X10, che spiana la strada alla domotica. Nel 1978, i prodotti X10 includevano una console di comando a 16 canali, un modulo lampada e un modulo appliance. In seguito arrivano il modulo interruttore a parete e il primo timer X10. Ma è solo nel 1984 che viene utilizzato per la prima volta il termine “smart home”, coniato dall’American Association of House Builders.
Nel 1996 arriva invece un dispositivo dirompente: The clapper, un interruttore azionabile attraverso il suono del battito delle mani. È in questo periodo che la domotica aumenta di popolarità, tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000. Allora infatti si stava sviluppando anche Internet, rendendo le case intelligenti un’opzione conveniente anche per le masse. Nel 1998 apre la Millennium House, una casa-esposizione volta a dimostrare proprio come la gestione di una casa potesse essere totalmente automatizzata con riscaldamento, sicurezza, luci, porte e giardini controllati da computer.
La domotica oggi
Più la tecnologia diventa accessibile e Internet si diffonde, più i sistemi di automazione possono integrarsi facilmente nelle case. Oggi la domotica e la building automation sono infatti una realtà alla portata di molti e si basano su 5 categorie di tecnologie:
- i dispositivi da controllare, cioè tutti i device facenti parte del sistema domotico e da esso controllati
- i sensori, che rilevano temperatura, umidità, luce, liquidi, gas e movimento o rumore, e gli attuatori, che sulla base dei dati ricevuti dai sensori compiono un’azione specifica
- la rete di controllo, che fornisce la comunicazione tra i dispositivi controllati, sensori e attuatori da un lato e dall’altro il controller e i dispositivi di controllo remoto
- il controller, cervello del sistema, che raccoglie informazioni tramite sensori, riceve comandi tramite dispositivi di controllo remoto o agisce secondo schemi di azioni predefiniti
- i dispositivi di controllo da remoto
Un sistema del genere permette di controllare qualunque tecnologia, migliorando la vita domestica da diversi punti di vista.
Oggi a catalizzare l’attenzione degli utenti sono le possibilità di risparmio, di maggiore sicurezza e di maggiore efficienza energetica che la domotica offre, ma, nonostante gli alti livelli raggiunti, ci sono ancora ampie prospettive di crescita e innovazione. Per esempio, nelle capacità dei sistemi domotici di gestire in modo interamente automatizzato tutti i dispositivi, senza bisogno di interventi da parte delle persone. È già possibile naturalmente, ma la fiducia degli utenti è ancora bassa e c’è ancora spazio di implementazione dei processi di cognitive learning che renderanno sempre più intelligenti le azioni compiute dai sistemi. Un altro aspetto da potenziare è quello degli ecosistemi domotici: non solo un dispositivo intelligente, ma una rete di smart devices che comunicano tra loro creando un intero ambiente domestico intelligente.