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lunedì 23 Settembre 2024

Edge Computing: ecco come evolve il Cloud

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Il Cloud ha fatto il suo tempo: inizia l’era dell’Edge Computing, che porta a un altro livello l’archiviazione e l’elaborazione dei dati.

Chi non ha mai sentito parlare del Cloud? Ormai quasi tutti gli utenti di Internet hanno, più o meno consapevolmente, familiarità con l’archiviazione dei propri dati, contenuti, materiali online. Il Cloud Computing è in circolazione almeno da 15 anni – un tempo biblico nell’era della digitalizzazione – e si è evoluto nel tempo arrivando oggi a un mercato di 4,5 miliardi di euro solo in Italia e a un punto di svolta. Molto meno familiare è infatti il concetto di Edge Computing, che radica agli albori di Internet, negli anni ’90, ma è rimasto finora appannaggio dei tecnici del settore. Oggi che con il web3.0 e la blockchain si aprono prospettive di una rete distribuita e decentrata, tuttavia, l’Edge Computing si sta affermando sempre più come una valida alternativa al Cloud. Ma quali sono le differenze tra i due?

Cos’è il Cloud?

Il Cloud Computing, Cloud Storage o semplicemente Cloud è uno spazio di archiviazione digitale a cui accedere da remoto tramite Internet. L’Internet stessa può in realtà essere considerata un macro-esempio di Cloud, così come i servizi di posta elettronica. Quando qualcosa – una foto, un documento, una mail, un dato… – è nel Cloud, significa che è archiviato su server Internet invece che sul disco rigido del computer.

Si tratta di una soluzione di archiviazione pratica e affidabile, perché è possibile accedervi da qualunque dispositivo abbia accesso a Internet. Il che significa che, anche se si dovesse smarrire il proprio computer, i materiali archiviati non andrebbero persi. Con il tempo le soluzioni di Cloud si sono diversificate, specializzandosi su determinate tipologie di materiali o di servizi. Le sue funzioni primarie rimangono comunque essenzialmente due:

  • l’archiviazione. Nel Cloud puoi archiviare qualunque tipo di informazione, accedendovi da qualunque dispositivo che sia connesso a Internet
  • La condivisione. Il Cloud semplifica la condivisione di file perché consente a più persone (in possesso delle credenziali) di accedere da remoto allo stesso spazio di archiviazione.

Tra gli esempi più diffusi di Cloud ci sono i servizi di posta elettronica Gmail e Yahoo!, Google Drive e Dropbox, gli spazi dedicati alle foto come Flickr e iCloud Photos e altri Cloud incentrati sull’Internet delle Cose, sulla business intelligence, sugli analytics, sfruttando machine learning e intelligenza artificiale. Si tratta naturalmente anche di soluzioni utili per i backup dei dati, in alternativa o in aggiunta al backup su disco rigido esterno. In tal modo, se sia il computer che l’hard disk andassero smarriti o rubati, i dati sarebbero comunque recuperabili. Ma allora perché il Cloud sta diventando obsoleto a favore dell’Edge Computing?

Un cambio di paradigma

In un mondo che cambia rapidamente anche e proprio grazie all’implementazione di soluzioni digitali, il paradigma Cloud deve evolvere per stare al passo. E l’evoluzione è determinata sia dalle nuove opportunità di business che dalla necessità di ottimizzare i costi che da fattori esterni molto impattanti:

  • all’aumentare della specializzazione e della necessità di archiviazione e analisi dei dati, cambia anche l’approccio dei consumatori, da uno mono-fornitore a uno multi-fornitore.
  • Tra le nuove sfide e opportunità che richiedono un cambio di paradigma c’è senza dubbio l’IoT e in particolare la quantità di dati prodotti dagli oggetti intelligenti che richiedono trasferimenti e analisi immediate.
  • L’aumento dei costi dell’energia impatta sul costo delle offerte proposte.
  • Sta aumentando la consapevolezza di Nazioni e Pubbliche Amministrazioni (ma anche di grandi aziende) rispetto alla necessità di avere assoluta certezza di poter accedere a qualunque condizione e in qualunque scenario globale ai dati archiviati.

Cos’è l’Edge Computing?

L’evoluzione da Cloud a Edge Computing fa leva su un binomio che si sta presentando in diversi settori: centrale da una parte e locale/distribuito dall’altra. La tendenza è verso il secondo polo, tanto che il termine “Edge” si riferisce proprio al fatto che questa tipologia di Cloud distribuito si trova vicino alla sorgente dei dati che archivia ed elabora. Risponde così a richieste simili provenienti, come accennato, da diversi settori: Nazioni e PA ne hanno bisogno per esercitare un maggiore controllo sui dati e l’IoT per massimizzare la rapidità dei tempi di risposta.

L’Edge computing raggiunge questo obiettivo indirizzando le connessioni di rete al nodo di rete più vicino rispetto alla posizione fisica dell’utente finale. In tal modo riduce al minimo la latenza, aumenta le prestazioni eliminando il tempo fisico e tecnico di andata e ritorno e permette di ottenere risultati più affidabili a costi più bassi. Inoltre, minimizza gli errori e consente di migliorare il controllo sul trasferimento di dati sensibili. Questo nuovo paradigma avrà però un impatto anche sulla quotidianità degli utenti di servizi internet. Aumenterà infatti le prestazioni e diminuirà i tempi di risposta di applicazioni complesse e migliorerà la velocità di caricamento di siti web con molto traffico o di streaming.

Le differenze tra Cloud ed Edge computing

Ma in cosa si differenziano esattamente Cloud ed Edge Computing? Entrambi naturalmente implicano l’utilizzo di risorse di elaborazione distribuite remote, ma l’Edge si differenzia per la sua specificità. Il Cloud è infatti un multi-strumento, che offre un’ampia varietà di servizi e opzioni, mentre l’Edge ha un focus molto più ristretto, perché si concentra sull’aumento della velocità e delle prestazioni riducendo al minimo la latenza. La sua struttura stessa è orientata a questo scopo perché, pur basandosi anch’esso su reti di server distribuiti, richiede un numero più significativo di punti di presenza (POP). Nodi dotati di hardware molto più capaci rispetto a un tipico server Cloud, in grado di gestire un carico elevato di elaborazioni.

È perciò evidente come il secondo rappresenti un’evoluzione del primo, ma anche come le due soluzioni non siano esclusive l’un l’altra. Al contrario, possono lavorare in forte sinergia: le attività ad alte prestazioni e sensibili alla latenza si svolgono sull’Edge, mentre il lavoro meno impegnativo avviene altrove nel Cloud.

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