Uno studio del Politecnico di Torino in collaborazione con il Consorzio Q-RAD dimostra come l’efficientamento degli impianti possa ridurre i consumi energetici fino al 60%.
Un’efficace riqualificazione impiantistica può portare a ridurre il consumo energetico di condomini e edifici multifamiliari fino al 60% , senza la necessità di interventi sull’involucro edilizio. Questo è il risultato di uno studio innovativo condotto dal Politecnico di Torino in collaborazione con il Consorzio Q-RAD, leader nel settore della climatizzazione radiante. L’analisi conferma che la sola sostituzione dei radiatori e delle caldaie a gas con sistemi radianti, pompe di calore elettriche e ventilazione meccanica controllata (VMC) può consentire di raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati dalla direttiva europea “Case Green”.
Un futuro senza combustibili fossili per gli edifici italiani
La ricerca è stata presentata durante il Q-DAY 2024 a Torino, un evento che ha riunito esperti del settore per discutere le sfide della transizione energetica . «Gli obiettivi europei di sostenibilità ambientale – spiega Michele Bottoni , presidente di Q-RAD – sono raggiungibili grazie ad interventi sugli impianti, con un ruolo centrale dei sistemi radianti che, grazie a temperature di esercizio più basse, migliorano l’efficienza delle pompe di calore e assicurano un comfort termico ottimale».
Lo studio del Politecnico ha analizzato due tipologie di edifici residenziali costruiti tra il 1946-1975, situati in tre diverse zone climatiche italiane: Torino, Roma e Palermo.
Gli edifici, classificati inizialmente in classi energetiche F/G ed E, sono stati sottoposti a una riqualificazione in tre fasi:
- Sostituzione di radiatori e caldaie a gas con impianti di climatizzazione radiante e pompe di calore reversibili.
- Installazione di un sistema di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) con recuperatore di calore.
- Integrazione con un impianto fotovoltaico da 21,8 kW di potenza di picco.
Risparmio energetico e innalzamento delle classi di efficienza
I dati raccolti indicano che già al primo step si registra una riduzione dei consumi energetici tra il 29% e il 40% negli edifici più datati, e tra il 26% e il 29% in quelli più recenti, con un miglioramento della classe energetica a D . L’integrazione della VMC ha portato ad un’ulteriore riduzione fino al 41%, soprattutto nelle aree climatiche più calde come Palermo. Infine, l’aggiunta di pannelli fotovoltaici ha consentito un taglio dei consumi fino al 64%, con edifici che hanno raggiunto le classi energetiche B o persino A1.
Un contributo concreto alla transizione energetica
La strategia delineata nello studio dimostra che una transizione verso sistemi di riscaldamento completamente elettrici, senza ricorrere a combustibili fossili, può rendere gli edifici italiani più sostenibili, con benefici significativi per la qualità dell’aria e un comfort abitativo migliorato. «L’adozione di queste tecnologie – conclude Bottoni – non solo risponde alle esigenze normative europee, ma rappresenta una soluzione concreta per ridurre la dipendenza energetica e abbattere le emissioni di CO₂».