Le città italiane accelerano verso la sostenibilità ambientale, ma servono strategie nazionali urbane più forti
Reggio Emilia conquista il primato nella sostenibilità urbana
Reggio Emilia si posiziona al vertice della classifica “Ecosistema Urbano 2024,” rapporto annuale redatto da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, che valuta le performance ambientali di 106 capoluoghi italiani.
La città emiliana ha superato Trento e Parma, rispettivamente al secondo e terzo posto, per il suo impegno nell’alta raccolta differenziata (83,8%) e per la più ampia rete ciclabile, confermandosi un modello di sostenibilità urbana.
Tra le prime dieci posizioni, predominano città del Nord Italia, con l’Emilia-Romagna rappresentata da capoluoghi green come Bologna, unica grande città nella top ten, in ottava posizione.
Il divario Nord-Sud nella sostenibilità urbana
Le performance ambientali delle città italiane mostrano un netto divario geografico: i capoluoghi settentrionali avanzano verso pratiche più sostenibili, mentre il Sud incontra maggiori difficoltà. Tra le ultime dieci posizioni si trovano otto capoluoghi meridionali, ma emerge Cosenza come esempio virtuoso al 13° posto.
Anche le grandi città, come Milano e Roma, arrancano: Milano si colloca al 56° posto, pur distinguendosi nel trasporto pubblico, mentre Roma risale lievemente al 65°. Napoli scivola invece al 103° posto, evidenziando difficoltà persistenti nel contrastare smog e consumo di suolo.
Legambiente: serve un green deal italiano per le città
Legambiente lancia un appello per un green deal urbano su misura per l’Italia, proponendo un piano strategico nazionale che supporti i comuni nella gestione delle problematiche ambientali e sociali.
Tra i temi urgenti figura anche l’overtourism, per il quale Legambiente invoca misure di governance sostenibili. L’associazione sottolinea come altri paesi europei abbiano già adottato soluzioni avanzate, mentre l’Italia è ancora indietro. Un impegno nazionale condiviso permetterebbe alle città italiane uno sviluppo più equilibrato e una prospettiva di crescita sostenibile.