Uno studio evidenzia che, per l’Italia, le caldaie a condensazione alimentate con gas rinnovabili rappresentano l’alternativa più sostenibile e accessibile per le abitazioni.
Il contesto abitativo italiano
Secondo lo studio “Decarbonizzazione dei consumi termici residenziali“, realizzato da BIP Consulting, le caldaie a condensazione, soprattutto se alimentate da biometano e gas rinnovabili, risultano la soluzione più efficace per ridurre i consumi di energia nei contesti residenziali italiani. La ricerca sottolinea come l’infrastruttura abitativa del Paese, in gran parte vetusta, renda difficile l’adozione di tecnologie più avanzate come le pompe di calore, che pur essendo efficienti, sono difficili da installare in molte case, specialmente in edifici storici o privi di spazi esterni.
Gli ostacoli all’efficienza energetica
Il rapporto evidenzia anche i costi elevati e la complessità tecnica nell’installazione di sistemi di riscaldamento come le pompe di calore elettriche, il cui prezzo può raggiungere i 10.000 euro, una cifra inaccessibile per molte famiglie italiane. A pesare ulteriormente è la struttura demografica del Paese: la maggioranza degli immobili è posseduta da persone anziane, con scarsa propensione o possibilità economica di intraprendere interventi di efficientamento energetico.
La soluzione: caldaie a condensazione e gas rinnovabili
L’adozione di un approccio tecnologicamente neutrale è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di efficienza imposti dalla Direttiva Case Green dell’Unione Europea. In questo contesto, lo studio evidenzia come la sostituzione delle caldaie tradizionali con quelle a condensazione, alimentate da una crescente quota di gas rinnovabili, rappresenti una soluzione pragmatica, conveniente e sostenibile. Questo permette di migliorare l’efficienza energetica senza gravare troppo sui cittadini, offrendo una valida alternativa all’elettrificazione totale.