Gli Italiani sono preoccupati per il cambiamento climatico, ma non vogliono rinunciare al benessere economico.
La propensione degli Italiani per il green e la sostenibilità è aumentata esponenzialmente negli ultimi tempi. O almeno finché non sono arrivate le prime bollette del 2022 di luce e gas. La crisi energetica, che ha portato agli ormai ben noti rincari, ha infatti spaventato le persone più del cambiamento climatico. Il governo finora ha complessivamente erogato 10,2 miliardi di euro di aiuti, coprendo però soltanto il 6% del caro bollette. Non abbastanza da non farlo pesare su famiglie e imprese. Servirebbero infatti interventi tecnici, politici ed economici che agiscano a lungo termine. Per esempio, il mantenimento di buoni rapporti con la Russia, l’efficientamento della rete elettrica nazionale o la possibilità per le utenze domestiche di accumulare energia per poi rivenderla.
Il fattore scatenante della crisi, nonostante le smentite di Mosca, è l’utilizzo politico del gas da parte di Russia ed Europa. In particolare, relativamente alla mancata emissione delle licenze da parte dell’UE per il gasdotto Nord Stream 2. E alla conseguente “vendetta” della Russia a base di carri armati lungo il confine con l’Ucraina e di stop all’erogazione di gas. Ma bisognerebbe chiedersi perché questa situazione si sia resa possibile in piena legalità e perché siamo stati incapaci di ridimensionarla per tempo. Il problema infatti sta a monte e consiste nella gestione irrazionale dell’energia da parte dell’Europa, della quale fa parte anche un’errata valutazione della nostra capacità di un impegno costante rispetto al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di sostenibilità.
Il risultato è che, secondo l’Osservatorio sulla sostenibilità realizzato da Censis e Assogestioni, oggi 3 persone su 4 ritengono che la transizione energetica, per come è gestita oggi, sia più dannosa che utile.
Il costo della crisi energetica
Da mesi ci sono segnali di crisi energetica ma, come previsto, nel 2022 ha raggiunto livelli inediti. Per le famiglie si prospetta una crescita della spesa di 1200 euro rispetto all’anno scorso, per un totale di 30,8 miliardi di euro in più. Alle imprese andrà anche peggio, con rincari di 35,8 miliardi di euro per la luce e di 23 miliardi per il gas.
Della composizione della bolletta fa parte, oltre al costo per la materia prima (oggi altissimo) e per l’affitto dell’infrastruttura di distribuzione, il finanziamento delle fonti energetiche rinnovabili. Quest’ultimo, in vista del raggiungimento di obiettivi ambientali troppo ambiziosi e per i quali evidentemente non sono state fatte abbastanza analisi e valutazioni d’impatto.
La percezione degli italiani è che oggi il peso economico della transizione energetica sia suddiviso sulle loro spalle e nemmeno troppo equamente. Il 73,9% infatti è convinto che, se la transizione energetica porta all’aumento dei prezzi di energia, beni e servizi, al calo del potere d’acquisto e alla decrescita economica, allora debba cambiare rotta. Il 44%, invece, è contrario a una transizione energetica che preveda pratiche che aumentano l’iniquità sociale.
Gli Italiani e la transizione energetica
Ciò non significa che le persone abbiano smesso di pensare al cambiamento climatico, che continua a preoccupare il 79,9% della popolazione, con picchi dell’83,8% nel Nord-Est e dell’82,7% nelle donne. Significa che si sono rese conto che, per l’ennesima volta, a rimetterci sono principalmente coloro che già non navigano in acque tranquille dal punto di vista economico-sociale. E se la roadmap verso la sostenibilità aumenta le disuguaglianze che già affliggono la penisola, a che sostenibilità sta mirando?
È vero che non tutti i partecipanti al sondaggio avranno dato una risposta del genere pensando realmente al bene comune, ma essendo piuttosto concentrati sulle proprie difficoltà personali. Il problema, tuttavia, rimane e dovrà essere presto affrontato. A partire dal diradamento delle nebbie che ancora oggi rendono confuso il tema. Il 74,6% degli italiani, infatti, ritiene che di sostenibilità e riscaldamento globale si parli troppo e in modo troppo discordante perché si possa capirne qualcosa. Ne risulta il fatto che solo il 26,2% sa esattamente cosa sia la sostenibilità.
Un modo per risolvere il conflitto tra transizione energetica e i rincari in bolletta potrebbe essere quello di accelerare e aumentare gli investimenti ESG (Environmental, Social and Governance). Ma anche in questo caso gli Italiani sono poco informati, dato che il 64,4% non ne sa abbastanza. E, giustamente, l’84,6% vorrebbe più chiarezza e divulgazione sul tema. Un altro modo per suddividere equamente i costi sarebbe di spostare nella tassazione gli oneri relativi a infrastruttura di rete e fonti rinnovabili.
A prescindere dalla loro causa, se i rincari dovessero perdurare ben 500mila lavoratori e lavoratrici rischierebbero di rimanere a casa, per l’incapacità delle imprese di far fronte alle spese. Senza contare naturalmente le difficoltà delle famiglie, nonostante la possibilità appena introdotta di rateizzare gli importi in bolletta.