Una panoramica sui mercati immobiliari europei e soprattutto italiani all’inizio del 2021, ci mostra quali sono le attese e le aspettative dei prossimi trend.
Dopo il rallentamento del mercato immobiliare italiano ed europeo iniziato nel 2019 ed erede di un lungo ciclo positivo che ha avuto origine nel 2013, il panorama della domanda e offerta osservato nell’anno 2020 è certamente in linea con questa tendenza.
La pandemia ha portato un rallentamento dell’intero tessuto economico compreso il mercato degli immobili e delle locazioni, continuando a far sentire i suoi effetti anche nell’ultimo mese dell’anno.
Secondo Casa24 de Il Sole 24 Ore, la riduzione media in Italia del canone d’affitto è stata del 7.5% nel 2020 con Milano in testa che segna un calo del 16%.
Conseguenza di questa decisa riduzione dei costi è però la crescita della domanda, calcolata al 4,5%, che sembra aprire uno spiraglio positivo sull’anno appena iniziato.
Per quanto riguarda lo scenario degli immobili, il 2020 si chiude con un segno meno:
- il fatturato del settore italiano ha perso ben il 17.9%,
- in Europa, nel settore delle compravendite residenziali, si è ritornati ai numeri del 2015
Ma vediamo le prossime tendenze del mercato immobiliare nel 2021.
Una visione positiva
Secondo Mario Breglia, direttore di Scenari Immobiliari, l’atteggiamento da mantenere rispetto ai trend dei prossimi mesi è positivo. Con l’arrivo dei vaccini, si ipotizza un ritorno a una ‘nuova’ normalità della vita sociale e dell’economia dal prossimo semestre.
Durante i mesi di pandemia si è stimato un aumento della liquidità sui conti correnti degli italiani pari a 2 miliardi di euro, di cui una parte sarà senza dubbio destinata al mercato immobiliare grazie ad incentivi statali come l’Ecobonus 110%.
L’Ecobonus può rappresentare una grande spinta per il settore dell’edilizia che ha accusato un forte rallentamento proprio a causa della pandemia.
Con la prevista ripresa nel terzo trimestre, le transazioni stimate saranno circa 520mila, 50mila in più rispetto al 2020, ma con deciso aumento dei prezzi sulle nuove costruzioni e un abbassamento dell’usato.
I settori più colpiti e le future innovazioni
A causa del lavoro da remoto gli uffici hanno avuto un calo del 3,9% dei canoni ma anche un negativo del 3,2% sui prezzi.
I dati attuali fanno pensare a una possibile riflessione sugli spazi individuali e sullo smart working.
L’esigenza di riorganizzare i luoghi di lavoro per accedervi in totale sicurezza, porterà ad un aumento della domanda di nuove superfici, più grandi e strutturalmente innovative.
Secondo Joachim Sandberg, capo di Cushman & Wakefield Italia, i capitali ingenti e i tassi di interesse minimi porteranno ad investire su prodotti meno rischiosi come uffici e logistica.
Si prevede dunque un aumento degli investimenti proprio in questi due settori.
Secondo uno studio di Pwc, il cambiamento che ha investito le abitudini di vita della popolazione italiana e mondiale si rifletterà sulla concezione degli spazi abitativi (e non) degli individui.
Erika Andreetta, partner Pwc, Retail and Consumer Consulting Leader afferma:
“Solo il 6% delle aziende pensano di tornare al 100% in ufficio mentre le altre stimano di avere circa il 50% di smart working nella propria ordinarietà. Il consumatore è sempre più digitale e inizierà ad utilizzare maggiormente i negozi sotto casa che ritorneranno in auge, mentre i negozi nei grandi centri si ridurranno per quantità con dimensioni più grandi per favorire esperienze in store”.
Si punterà molto di più sugli interventi di riqualificazione urbana anche in un’ottica green: gli interventi di efficientamento energetico saranno più strutturati, sfruttando gli incentivi in arrivo dall’Europa dando vita a una riqualificazione urbana.
Tutto questo però avrà bisogno di una solida struttura normativa che per ora sembra mancare; oltre ad un piano strutturale e normativo.
Servono nuovi canali di finanziamento dei futuri progetti diversi dagli istituti bancari.
La trasformazione digitale, la rinascita sostenibile (con l’applicazione dei Sustainable Development Goals) e il riassetto degli spazi privati e pubblici, potrebbero portare il mercato immobiliare verso nuovi investitori internazionali.
Uno sguardo verso l’Europa
Ampliando il nostro sguardo, il panorama immobiliare europeo sembra essere in linea con quello italiano.
Secondo uno studio di Cbre, le previsioni dell’EMEA Real Estate Outlook 2021 vedono una ripresa del PIL in Europa del 4,6%.
Questo fattore sommato ai tassi di interesse fissi e a una politica monetaria accomodante per tutto il 2021, indicano certamente una prossima condizione positiva del mercato.
Tra gli spazi più penalizzati a causa del COVID-19, troviamo anche in questo caso quelli adibiti ad uso uffici.
Si stima che il calo del 40% registrato nel 2020 sarà riassorbito nell’anno attuale in Paesi quali la Germania, il Belgio, la Spagna e l’Italia.
Le stime rimangono negative per la Francia, l’Olanda e l’Inghilterra tra le nazioni più colpite dalla pandemia.
Per il settore retail, anche in questo caso, i fattori in gioco saranno la riduzione dello smart working e l’aumento del turismo nelle varie località.
Senza una terza ondata che danneggerebbe ulteriormente il mercato immobiliare e non, questo rappresenta per il settore un momento per guardarsi intorno.
Con tali premesse, le aspettative per il 2021 sono improntate verso un cauto ottimismo.
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