Nuovi limiti di reddito, aliquote riviste e addio alle caldaie a gas: la Manovra 2025 ridefinisce il panorama delle agevolazioni fiscali per la casa.
Bonus edilizi: rimodulazioni e nuovi tetti di reddito
Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2025, i bonus edilizi subiscono una profonda revisione per favorire una maggiore equità e sostenibilità. Superbonus, Ecobonus e Sismabonus vedono le loro aliquote ridursi gradualmente, mentre vengono introdotti limiti di reddito per accedere alle agevolazioni.
Solo le fasce più deboli potranno continuare a beneficiare delle detrazioni massime, mentre i redditi superiori a 75.000 euro subiranno restrizioni più marcate. Per il bonus ristrutturazioni, l’aliquota resterà al 50% per il 2025, ma scenderà progressivamente fino al 30% nel 2028. Una nota positiva riguarda invece l’accessibilità: il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche rimane al 75%, confermando l’impegno verso l’inclusione abitativa.
Stop alle caldaie a gas e incentivi green
Una delle novità più significative della Finanziaria è lo stop definitivo al bonus per le caldaie a gas, in linea con la Direttiva Case Green dell’Unione Europea. Dal 1° gennaio 2025, non saranno più previste agevolazioni per gli impianti esclusivamente a gas, ma resteranno incentivi per sistemi più sostenibili, come le pompe di calore e i riscaldamenti ibridi.
Anche il bonus elettrodomestici viene riformulato, privilegiando apparecchi ad alta efficienza energetica. Questo cambiamento mira a ridurre le emissioni e a favorire la transizione ecologica del settore edilizio, ma potrebbe penalizzare le famiglie meno abbienti a causa dei costi iniziali più elevati delle tecnologie sostenibili.
Criticità e sfide della riforma
Nonostante l’intento dichiarato di promuovere una maggiore sostenibilità, la revisione dei bonus edilizi ha sollevato diverse preoccupazioni. La riduzione delle aliquote e dei tetti di spesa potrebbe rallentare gli interventi di riqualificazione energetica in un momento cruciale per l’adeguamento alla normativa europea. Inoltre, l’inasprimento dei requisiti di accesso per i redditi più alti rischia di escludere una significativa fetta di contribuenti, ostacolando gli investimenti in manutenzione e miglioramento del patrimonio immobiliare.
A ciò si aggiunge la complessità burocratica, che continua a rappresentare una barriera per cittadini e imprese. In questo contesto, molti esperti temono che le nuove disposizioni possano compromettere l’efficacia complessiva delle misure, rallentando la transizione ecologica e il miglioramento strutturale degli edifici.