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lunedì 23 Settembre 2024

Cos’è la legge sul ripristino della natura?

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È realtà la Legge sul Ripristino della Natura, che ristorerà gli ecosistemi a vantaggio delle persone, del clima e del pianeta.

Il 17 giugno 2024 è stata ufficialmente adottata la cosiddetta legge sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Il testo finale della legge conferma gli obiettivi pianificati: ripristinare almeno il 20% del territorio marino e terrestre europeo entro il 2030 e tutti gli habitat a rischio entro il 2050.

Gli ecosistemi sono in pericolo e con essi tutta l’Europa

Il degrado degli ecosistemi e la perdita di biodiversità causati dalla pressione antropica sull’ambiente stanno mettendo a rischio il futuro dell’umanità su scala globale. Questa crisi ecologica, che a livello europeo si traduce in un 81% degli habitat protetti che si trova in cattivo stato di conservazione, risente degli impatti dei cambiamenti climatici e contemporaneamente li aggrava, in un circolo vizioso. L’aumento delle temperature e i regimi alterati delle precipitazioni stanno infatti aggravando la perdita di biodiversità e accelerando il collasso degli ecosistemi. L’uso non sostenibile e il degrado delle risorse ambientali stanno inoltre portando a una riduzione della capacità di assorbire e immagazzinare carbonio nei serbatoi naturali e a un minore grado di adattamento ai cambiamenti climatici negli insediamenti urbani e rurali.

Le due crisi – climatica ed ecologica – sono perciò profondamente interconnesse e minacciano la preservazione degli equilibri naturali, della sostenibilità e della resilienza dell’economia europea. Le imprese di tutti i settori – agricoltura, energia, pesca, edilizia, approvvigionamento idrico, trasformazione alimentare… – dipendono fortemente dalla salute degli ecosistemi naturali e dalla preservazione dei loro servizi. Gli squilibri ecologici e gli eventi meteorologici estremi influiscono sull’approvvigionamento delle risorse, sulla produttività e sui costi operativi.

Ripristinare gli ecosistemi perciò conviene. La Commissione europea stima che gli investimenti in tal senso porterebbero benefici compresi tra 8 e 38 euro per ogni euro speso. Prodotti e servizi rispettosi della natura potrebbero inoltre generare fino a 10mila miliardi di dollari l’anno per le imprese. Il potenziale della conservazione dell’ambiente è perciò enorme per l’economia globale, oltre a essere un valore di per sé.

Cosa dice la legge sul ripristino della natura?

In questo contesto di crescente rischio e incertezza ambientale, sociale, economica e finanziaria, sono necessarie politiche ambiziose, per affrontare questa crisi multidimensionale in modo sistematico e congiunto.

Ecco perché l’approvazione della Legge sul Ripristino della Natura è un passo importante verso l’attuazione dell’ambizioso Quadro Globale per la Biodiversità (Global Biodiversity Framework), che guida l’Europa nella transizione verso un’economia che riconosca l’interdipendenza del benessere umano e naturale. La legge sul ripristino della natura è inoltre parte integrante del Green Deal europeo e della strategia europea sulla biodiversità.

Il suo obiettivo è di creare un quadro legislativo necessario per il recupero e la conservazione degli ecosistemi europei, in linea con gli obiettivi climatici dell’Unione e gli accordi firmati a livello internazionale. La legge fissa come target generale il ripristino di almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e di tutti gli ecosistemi che necessitano di azioni di ripristino entro il 2050.

Ciò si traduce in obiettivi specifici, giuridicamente vincolanti per gli Stati membri:

  • l’aumento delle popolazioni di insetti impollinatori entro il 2030 (invertendo l’attuale tendenza al declino)
  • la protezione degli ecosistemi forestali, aumentando il legno morto in piedi e al suolo, le scorte di carbonio organico e le foreste di età mista e migliorando la connettività forestale e l’abbondanza delle specie
  • il miglioramento degli ecosistemi urbani, prevenendo la perdita netta (entro il 2030) ed espandendo gli spazi verdi urbani
  • la ristorazione delle torbiere prosciugate utilizzate in agricoltura
  • il ripristino degli habitat negli ecosistemi marini
  • la rimozione delle barriere alla connettività fluviale, per riportare almeno 25.000 km di fiumi allo stato di libero flusso entro il 2030
  • la piantumazione di 3 miliardi di alberi entro il 2030

Agli Stati membri verrà chiesto di elaborare entro due anni dall’entrata in vigore della legge un piano nazionale di ripristino che delinei i progetti e le iniziative che intendono perseguire per raggiungere gli obiettivo UE fino al 2032.

Ripristinare gli ecosistemi per invertire il cambiamento climatico

Ripristinare l’equilibrio ecologico naturale di foreste, fiumi, zone umide, praterie, mari e oceani aiuterà ad aumentare la biodiversità e a salvaguardare i servizi ecosistemici, di fondamentale importanza per la salute del genere umano e la prosperità dell’economia globale. Ma giocherà anche un ruolo chiave nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici, contribuendo a limitare l’aumento delle temperature entro la soglia di 1,5°C al 2050. Ciò rafforzerà anche la resilienza dell’Europa rispetto ai disastri naturali, con benefici significativi per la salute delle persone, la sicurezza alimentare e lo sviluppo socioeconomico sostenibile degli Stati membri.

La Commissione si è impegnata a identificare, entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, le questioni critiche legate al finanziamento della legge sul ripristino della natura e a trovare metodi adeguati di sostegno economico per colmare il divario tra le esigenze ambientaliste e la disponibilità finanziaria.

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