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giovedì 21 Novembre 2024

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Bio-piscina: la piscina naturale che si autodepura

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Con la transizione ecologica anche la piscina diventa naturale, si autodepura grazie alle piante e favorisce la vitalità dell’ambiente.

In futuro anche l’immagine delle piscine che abbiamo da decenni potrebbe cambiare. È infatti sempre più popolare la piscina naturale, che sfrutta la flora acquatica e le piante perenni per auto-depurarsi, rendendo superflue le sostanze chimiche.

Come si presenta una piscina naturale?

Una piscina naturale può fornire una qualità dell’acqua uguale o superiore agli standard comunitari per le acque di balneazione senza l’utilizzo di cloro e altre sostanze chimiche e con il vantaggio di dare vita a un ambiente biodiverso, più affascinante rispetto alle classiche piscine.

Le bio-piscine possono essere convertite da una piscina interrata già esistente o possono essere costruite da zero. Possono essere di forma rettangolare oppure costruite in modo irregolare su un sito livellato. Il suo letto deve contenere uno strato filtrante e separare tramite membrana o pareti l’area balneabile dal terreno circostante per evitare contaminazioni. Per assorbire i fosfati e favorire la crescita dei batteri buoni, promossi per ridurre o scoraggiare la crescita di batteri e alghe nocivi, le piscine naturali utilizzano infatti filtri biologici, come lo scisto naturale.

La piscina è in genere adornata da vegetazione, rocce, cascate, una “zona di rigenerazione” piena di vita. Queste piante agiscono infatti come filtri naturali e possono essere utilizzate in abbinamento a una speciale pompa per la filtrazione dell’acqua. L’acqua è perciò in continuo movimento attorno alla vita vegetale, impedendo la crescita di materiale organico indesiderato.

Le piante ideali per una piscina naturale

Il miglior rimedio per controllare la crescita delle alghe nella tua piscina naturale è includere più piante. I batteri presenti nelle radici fibrose fungono infatti da filtro biologico e rimuovono sostanze inquinanti e contaminanti dall’acqua.

Le piante sono quindi le vere protagoniste nelle bio-piscine, sia dal lato estetico che da quello funzionale. La zona delle piante non galleggianti deve essere preparata utilizzando almeno una decina di centimetri di terreno privo di contaminanti come materia organica o escrementi di animali. Può anche essere condotto un test di laboratorio sui campioni di terreno.

È fondamentale scegliere piante adatte alle condizioni climatiche della zona, acquistate da un fornitore locale. Per la vegetazione emergente, lungo il perimetro della piscina, sono ideali carici e giunchi, entrambe piante acquatiche, oppure iris acquatici e tife minori. È ugualmente importante scegliere piante che con il tempo non sovraffollino l’area e non soffochino le altre.

Nelle aree della piscina dove l’acqua è poco profonda, si possono prendere in considerazione la pontederia cordata o le primule d’acqua. Grazie alla loro elevata produzione di ossigeno, anche le piante sommerse come l’anthocerotophyta e la comune alga acquatica potrebbero essere buone opzioni. Nelle aree in cui l’acqua è leggermente più profonda, si installa un mix di piante sommerse, emergenti e galleggianti, come le ninfee, adatte a qualsiasi profondità, e le lenticchie d’acqua comuni.

Naturalmente non bisogna dare per scontato di poter raccogliere le piante in natura. È anzi importante tenere presente le leggi che proteggono le zone umide.

Vantaggi e svantaggi di una bio-piscina

Il motivo principale per cui dovresti considerare una bio-piscina rispetto a quella clorata è che è totalmente priva di sostanze chimiche e si affida soltanto al mondo naturale per depurarsi e mantenersi in salute. Ciò porta con sé anche un vantaggio ambientale più esteso perché questo tipo di piscina crea un habitat naturale per la fauna e la flora selvatiche e aiuta la vita vegetale, acquatica e terrestre. Le ninfee per esempio aiutano i microrganismi fornendo protezione dai raggi UV.

Inoltre, poiché in queste piscine naturali non è prevista alcuna filtrazione chimica, i costi di manutenzione sono inferiori, così come i requisiti, sebbene l’investimento iniziale per una piscina naturale possa essere elevato. In generale richiedono pochissima manutenzione, dato che la natura fa tutto da sé.

Queste piscine possono inoltre fornire uno stile lussuoso alla proprietà, creando ambienti dal forte impatto estetico e con un design più flessibile rispetto alle piscine tradizionali. E possono essere realizzate su misura secondo i propri desideri in diverse zone climatiche. Sarà sufficiente selezionare il giusto corredo vegetale.

Per costruire una piscina naturale è però necessaria una vasta area di terreno, più grande di quella necessaria per una piscina tradizionale con un’area balneabile uguale. Sebbene i costi di manutenzione siano inferiori, il prezzo iniziale per costruire una piscina naturale potrebbe essere più elevato. Uno svantaggio estetico è il colore dell’acqua, che potrebbe non essere così trasparente e bluastra come quella delle piscine tradizionale ma presentare riflessi bruni.

Come si costruisce una bio-piscina?

I più intraprendenti potranno persino decidere di costruirsi una piscina naturale da sé, data la maggiore semplicità di costruzione rispetto a quelle tradizionali. Ecco i passaggi per farlo:

  1. In base alla profondità necessaria, bisogna scavare innanzitutto l’area balneabile sul terreno e poi calcolare lati inclinati, per evitare che il terreno ceda.
  2. Almeno il 50% della superficie della piscina deve essere destinato alle piante poco profonde che possono essere coltivate attorno ai lati o a un’estremità della piscina. La zona delle piante, deputata alla filtrazione dell’acqua, e l’area della piscina devono essere separate utilizzando un bordo che potrebbe trovarsi a qualche centimetro dalla superficie dell’acqua.
  3. La circolazione dell’acqua deve essere costante per pulire la piscina utilizzando le radici delle piante. L’acqua deve essere inoltre areata, per scongiurare la presenza di batteri anaerobici. Si possono utilizzare tubi in PVC interrati nel terreno per incanalare l’acqua verso la zona delle piante e un sistema di aerazione sul fondo della piscina. I detriti galleggianti verranno invece rimossi da schiumatoi.
  4. Esistono due modi per sigillare la piscina naturale. Il primo è tramite argilla bentonitica, che si lega alle particelle del terreno precedentemente compattato impedendo all’acqua della piscina di penetrare e fungendo da colla. Ciò vale però solo per i terreni umidi, non per quelli sabbiosi o asciutti. Il secondo è tramite rivestimento, come l’EPDM, più costoso rispetto al PVC ma flessibile durante la stagione fredda e offre protezione dai raggi UV. In caso di terreni sabbiosi è possibile utilizzare un liner da 30 mm. Quando il terreno contiene molte radici e rocce, è necessario un rivestimento da 45 a 60 mm.
  5. Dopo aver applicato uno strato di argilla bentonitica o rivestimento, è necessario applicare ghiaia di profondità di 10-12 cm sul fondo della piscina. La ghiaia da utilizzare deve essere pulita.
  6. Lungo i bordi è possibile utilizzare invece assi di legno, rocce e lastre di pietra, oppure piante che aiutino a stabilizzare.

Dopo aver costruito la piscina, bisogna lasciarla riposare per una settimana prima di installare le piante. Bisognerà invece attendere almeno un anno prima di iniziare a riscaldare l’acqua.

L’acqua dovrà sempre essere mantenuta a un livello costante ed è importante monitorare la salute meccanica e biologica della piscina. I diffusori devono essere puliti con aceto per rimuovere i depositi, i tubi dell’aria devono essere controllati per individuare eventuali ostruzioni e crepe e tutti i collegamenti della pompa devono essere esaminati. Le piante morte dovrebbero essere tagliate in autunno, mentre non sarà necessario coprire la piscina naturale durante l’inverno.

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