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giovedì 21 Novembre 2024

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Biodiversità in città: perché favorirla?

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Aumentare la biodiversità in città significa creare contesti urbani più competitivi, felici ed eco-consapevoli.

Oggi le città sono infatti centri di interrelazione, vitalità economica e innovazione. Tuttavia, il ritmo e la portata della loro trasformazione vivono pongono minacce alla natura che richiedono una seria attenzione. Non è un caso che all’aumentare della superficie terrestre occupata dalle città e della concentrazione di persone in esse corrisponda una drastica diminuzione della biodiversità, la più grave dall’estinzione dei dinosauri ai giorni nostri.

Il ventunesimo è infatti senza dubbio il secolo dell’urbanizzazione. Oltre la metà dell’umanità vive già in città e si prevede che entro il 2050 sarà più del 70%. Secondo l’ONU il 60% delle aree urbane che esisteranno nel 2050, infatti, non è ancora stato costruito. Pertanto, il design delle città future e l’evoluzione di quelle odierne potranno determinare salute, benessere e stile di vita di miliardi di persone.

La biodiversità in città

La rapida crescita della popolazione nelle città e il loro utilizzo incontrollato di terra, acqua, energia e materie prime impattano sugli ecosistemi locali, rendendoli inospitali per molte specie vegetali e animali. E La pianificazione urbana avviene ancora senza molta considerazione della compatibilità con la vita naturale. Allo stesso modo, la pianificazione della conservazione spesso esclude le città dai suoi orizzonti, considerandole luoghi con poca o nessuna biodiversità.

Ci sono molteplici vantaggi nel riconoscere i benefici derivanti dall’aumento degli spazi naturali nelle città e i modi in cui esse possono sostenere la biodiversità. È quindi imperativo che le città siano progettate in modo da mantenere la fornitura di servizi ecosistemici e che i piani di conservazione nazionali e internazionali prendano in considerazione i centri urbani.

La biodiversità urbana è infatti costituita dalla varietà e dall’abbondanza della vita che abita la città, inclusi gli spazi verdi e blu, i giardini, i tetti verdi, i filari di alberi in strada, le aiuole e gli orti urbani, abitati anche da uccelli, insetti, rettili e mammiferi. Diversi elementi di natura urbana possono ospitare diverse tipologie e quantità di biodiversità. Ad esempio, un parco cittadino con sentieri boscosi, un ruscello e uno stagno crea le condizioni per un’esplosione di biodiversità, mentre in un parco con campi sportivi e aree pic-nic la biodiversità sarà decisamente inferiore, data l’interferenza delle attività umane.

Natura non è perciò propriamente un sinonimo di biodiversità. La prima descrive uno spazio con determinate caratteristiche, la seconda una qualità di questo spazio, cioè l’abbondanza di varietà di specie. La pianificazione ecologica può perciò concentrarsi sull’aumento delle aree verdi e blu in città, cioè della presenza naturale. Oppure può in modo più specifico mirare all’aumento di biodiversità vegetale e animale.

I servizi ecosistemici

Le caratteristiche naturali (montagne, fiumi, laghi, coste, foreste, zone umide, animali) contribuiscono a creare una regione unica nel suo genere e ricca di risorse, che attira e trattiene allo stesso modo residenti e visitatori. La biodiversità e la natura urbane influenzano perciò il benessere degli abitanti delle città e la vivibilità delle città attraverso molteplici percorsi.

Questo tipo di progettazione del paesaggio cittadino riconosce dunque le reciproche dipendenze di persone, natura e biodiversità. In particolare, implica un uso intelligente di soluzioni ai problemi urbani basate sulla natura, fondendo il “grigio” al “verde” e al “blu”. Questa nuova impalcatura ibrida cittadina e naturale ha un impatto sulla vita delle persone in città che è fatto di vantaggi e svantaggi, ma i primi sono nettamente maggiori dei secondi.

Tra i servizi ecosistemici ci sono i benefici che le persone ottengono dalla loro vicinanza o immersione rispetto alla natura. Sono suddivisi in 4 categorie:

  • servizi di approvvigionamento, cioè i prodotti ottenuti dagli ecosistemi
  • di regolazione, cioè i benefici ottenuti dalla regolazione dei processi ecosistemici
  • culturali, cioè benefici immateriali
  • di supporto, necessari per la produzione di tutti gli altri servizi

Non solo la fornitura di cibo e legname, la protezione dalle inondazioni e la stabilità climatica, quindi, ma anche la salute mentale e fisica che la consuetudine con il verde favorisce. Avere a disposizione più aree verdi e blu a due passi da casa significa infatti anche aumentare le opportunità di praticare attività ricreative sane, con stimoli culturali, intellettuali e spirituali. Investire nella natura significa perciò anche creare comunità più felici e talentuose, nonché attrarre ulteriori investimenti in modo da produrre competitività e vitalità.

Riconoscere questi meriti diversi e vitali può aiutare a risolvere problemi urbani sfaccettati, ridurre i rischi e le spese, affrontare le disuguaglianze e ottenere molteplici vantaggi da un unico intervento. Senza contare l’enorme potenziale delle aree verdi di diffondere una cultura green in città, cioè una maggiore consapevolezza del proprio impatto e del proprio ruolo rispetto alla tutela ambientale.

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