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giovedì 21 Novembre 2024

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Facciamo un ritratto della città intelligente del futuro

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In una città intelligente la tecnologia è al servizio delle persone, per creare ambienti urbani ecologici e accessibili.

Per essere definita “smart city”, una città ha bisogno di molto più che qualche tecnologia innovativa o qualche edificio futuristico. In una città intelligente, infatti, le soluzioni basate sul digitale raccolgono, trasmettono e analizzano dati per ottimizzare infrastrutture e servizi, rendendoli più sostenibili. La pianificazione urbana tiene conto delle reali esigenze dei cittadini, in particolare dal punto di vista della salute e dell’inclusività. Le minacce ambientali vengono neutralizzate dalla transizione ecologica, che investe tutti i settori, dalla mobilità all’edilizia, dal business all’industria. Insomma, la twin transition sta cambiando la fisionomia delle nostre città e deve farlo in tempo per accogliere i 2,5 miliardi di persone in più che entro il 2050 vi si trasferiranno. Ma come si presenta una smart city agli occhi di chi la attraversa?

La gestione del traffico in una città intelligente

Uno dei problemi più dannosi per le città di oggi è senza dubbio il traffico di veicoli a motore, che inquina l’aria e mette in pericolo pedoni e ciclisti. Tra i principali obiettivi della twin transition in fatto di mobilità, oltre alla diffusione della mobilità elettrica, condivisa e leggera, c’è quello di migliorare la gestione del traffico, rendendola intelligente.

Per esempio, i sistemi IoT possono utilizzare telecamere a circuito chiuso e l’apprendimento automatico per monitorare e regolare il traffico modificando i semafori in base al volume dei veicoli. Lampioni stradali intelligenti possono regolare automaticamente l’illuminazione in base alle condizioni meteorologiche, ma anche fungere da vere e proprie sentinelle, rilevando rumori collegabili a incidenti o effrazioni e chiamando le forze dell’ordine. Telecamere e sensori possono altrimenti acquisire e condividere video, audio e posizione di veicoli coinvolti, fornendo ai primi soccorritori o alle forze dell’ordine dati in tempo reale.

L’abilitazione di sistemi di segnalazione della disponibilità di parcheggio in tempo reale ridurrebbe gli ingorghi di auto in cerca di posti liberi e lo stress connesso negli automobilisti, oltre al tempo perso. Infine, l’IoT permetterebbe di pulire in modo più tempestivo e preciso le strade, raccogliendo i rifiuti e smaltendoli in modo sostenibile.

Il verde urbano

Tra le trasformazioni chiave per la costruzione di una città intelligente c’è poi l’aumento della superficie verde, a tutela del suolo, della biodiversità vegetale e animale e della salute fisica e mentale delle persone. Lasciare spazio alla natura in città significa diffondere parchi e orti urbani, piantare alberi lungo le strade, incrementare e curare i giardini privati, costruire aree verdi sui tetti e sui balconi, in modo tale che ogni cittadino possa trovare piante e fiori a due passi da casa propria. Certo, non è semplice ritagliare spazio per grandi aree piantumate in città dalla fisionomia già ben definita. Ecco perché si stanno diffondendo sempre più i green roof, tetti verdi che ospitano giardini e orti disponibili alla fruizione da parte degli abitanti o dei lavoratori degli edifici stessi o di tutta la cittadinanza.

Gli spazi verdi in una smart city sono fondamentali perché mitigano gli effetti dell’inquinamento, assorbendo anidride carbonica, e perché riducono le temperature. Così facendo, evitano il costituirsi di isole di calore, cioè concentrazioni di calore intrappolato in aree edificate e incrementato dalle attività umane: persone, trasporti, negozi e industrie. Diversi studi inoltre confermano come l’interazione con elementi naturali sia importante per le persone anche al di là del suo impatto sulla qualità dell’aria. Avere la natura sotto casa infatti allevia lo stress e migliora il tono dell’umore.

L’edilizia del futuro

Una città è innanzitutto composta dai suoi edifici, sedi di tutte le attività lavorative e ricreative della cittadinanza e come tali primi protagonisti della transizione sostenibile. In una città intelligente perciò gli edifici sono accessibili e inclusivi tanto quanto sono ecofriendly, progettati e ristrutturati secondo i dettami della bioedilizia. Sotto il profilo ambientale, ciò significa renderli efficienti nel consumo di risorse e di energia rinnovabile durante tutto il loro ciclo di vita, in modo tale da risultare nZEB (Net Zero Energy Building). Sotto il profilo dell’accessibilità, significa che chiunque deve poter avere accesso a edifici sostenibili e sicuri, a prescindere dalle proprie condizioni economiche, fisiche, sociali. Ciò richiede una stretta collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nella progettazione o nella ristrutturazione, dai tecnici degli impianti agli architetti agli ingegneri ai consulenti energetici agli abitanti o frequentatori stessi degli edifici.

Smart grid per l’energia elettrica

La crescita urbana, nazionale e internazionale dipende strettamente dalla disponibilità di energia che alimenti l’economia e le attività umane. ma quest’energia deve essere prodotta e distribuita con un minimo impatto ambientale e a prezzi contenuti. Concentrandoci sulla transizione energetica, le città intelligenti andranno perciò incontro a un processo di elettrificazione, cioè di conversione all’utilizzo dell’elettricità come fonte di energia principale. Si tratta di un passaggio essenziale per la sostenibilità a lungo termine del settore energetico, sia economica che ambientale. L’elettricità sarebbe infatti naturalmente ricavata da fonti rinnovabili e distribuita tramite smart grid in grado di bilanciare domanda e offerta di energia per evitare squilibri e dispersioni nelle forniture.

La gestione dei rifiuti in una città intelligente

A un aumento di abitanti corrisponde necessariamente un aumento di rifiuti prodotti dalle città, che già oggi rappresentano un dilemma da risolvere sotto il profilo della salute e dell’inquinamento ambientale. In una città intelligente i cittadini sono facilitati nella raccolta differenziata da tecnologie che selezionano le tipologie di rifiuti, aumentandone il tasso di riciclo. Inoltre, le strade sono tramate da sensori che rilevano la presenza di rifiuti e i cassonetti comunicano quando sono pieni, per evitare accumuli e dispersioni dannose per tutti.

L’obiettivo finale della strategia di digitalizzazione e transizione sostenibile della gestione dei rifiuti è lo zero waste. Sarà cioè necessario raggiungere il 100% del riutilizzo e del riciclo di quelli che oggi sono considerati rifiuti e che in futuro dovranno essere considerati risorse e nuove materie prime.

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