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domenica 24 Novembre 2024

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Forno solare: cos’è e quali vantaggi dà?

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Cucinare senza fuoco, corrente e gas è possibile grazie al forno solare, semplice ed ecologico.

Con le continue ondate di calore che stanno investendo l’Italia quest’estate, l’ultima cosa che si ha voglia di fare è accendere il forno per cucinare. Per non parlare dell’aumento dei costi dell’energia, un altro deterrente all’utilizzo delle tecnologie domestiche, compreso proprio il forno. Eppure esiste un apparecchio che consente di sfruttare l’energia termica del sole in cucina senza alcun costo energetico e senza surriscaldare il proprio ambiente domestico. È il forno solare, un metodo di cottura tanto inusuale quanto sostenibile.

Cos’è un forno solare?

L’energia ricavata dai raggi del sole non si limita più a illuminare casa, a scaldare gli ambienti e l’acqua sanitaria o a produrre elettricità per gli elettrodomestici. Oggi può anche cuocere o scaldare i cibi e far bollire o sanificare l’acqua. Come suggerisce il nome, infatti, il forno solare sfrutta la luce del sole e il calore che ne deriva per consentire alle persone di cucinarsi un pasto senza preoccuparsi di avere a disposizione un’elettricità stabile, a basso costo e soprattutto completamente rinnovabile. A maggior ragione nei paesi rurali più soleggiati, dove l’elettricità non è facilmente accessibile e il clima è favorevole.

I forni solari esistono in realtà già da 250 anni, molto prima dell’invenzione dei forni elettrici e a gas. Il funzionamento è molto semplice. Invece di convertire l’energia solare in elettricità, il forno solare fa convergere tutte le particelle di luce disponibili, i fotoni, e le intrappola perché generino calore. I fotoni passano dunque attraverso il piano in vetro trasparente del forno e colpiscono l’interno ben isolato, facendo rapidamente, ma gradualmente, salire la temperatura. Si tratta di una riproposizione a fini alimentari dell’effetto serra che minaccia la vita sulla terra: un ambiente in continuo surriscaldamento che non può cedere calore all’esterno. Esattamente come accade alle automobili lasciate per ore sotto il sole in estate.

Le tipologie

I forni solari a cassetta o scatola si compongono di un semplice contenitore che può essere realizzato in sughero o legno con coperchio in vetro e interno di colore nero. Una volta chiuso, i raggi del sole vengono proiettati direttamente sulla scatola con l’aiuto di superfici riflettenti poste nelle sue vicinanze. Il vetro doppio e il materiale isolante delle pareti impediscono la dispersione del calore. Un’altra tipologia è quella tubolare, che funziona come un thermos. Prevede una doppia parete vetrata e all’interno presenta uno strato di metallo. Quando cattura i raggi solari, il materiale si riscalda e il calore generato viene trattenuto nel tubo. Non c’è rischio di scottarsi, perché la superficie esterna rimane sempre fresca e per inserire il cibo è sufficiente far scorrere un cassetto tubolare da inserire nella struttura principale.

Il forno solare a pannelli è invece costituito da uno o più pannelli riflettenti in plastica o carta rivestiti di materiali riflettenti che, per massimizzare l’apporto di luce e calore, concentrano i raggi solari su una pentola o un contenitore sottile e scuro, che viene posizionata all’aria al centro.

I forni solari parabolici sono invece costituiti da un riflettore a forma di parabola che, di nuovo, concentra i raggi solari sul piatto. Più grande e precisa è la parabola, maggiore è il calore generato. Esistono sia modelli con fuoco esterno, che concentrano i raggi fuori dal piano della parabola e necessitano di supporto esterno, che modelli con fuoco interno, che concentrano i raggi all’interno del piano ottico. Il materiale riflettente impiegato nei forni solari può essere il vinile riflettente cromato, l’alluminio anodizzato, il mylar o un semplice specchio in vetro. Negli ultimi due casi descritti, la pentola con il cibo può essere inserita in un sacchetto di plastica resistente che impedisca al calore di disperdersi.

I vantaggi

Nonostante sia ancora un metodo di cottura sconosciuto ai più e che richiede un po’ di pazienza, il forno solare ha molti vantaggi. È una tecnologia ideale da utilizzare quando ci si trova lontano dalla civiltà, cioè da prese di corrente o bombole del gas, o in situazioni di emergenza o black out. Oppure in paesi in via di sviluppo, che necessitano di metodi di cottura salutari e sicuri in assenza di fornitura energetica costante. Al contrario dei forni a cherosene o che sfruttano altri combustibili, infatti, non rilascia fumi o composti dannosi per la salute. Inoltre, non genera fiamme, azzerando anche le probabilità che scoppi un incendio.

Un’estate torrida come quella che stiamo attraversando è un momento propizio per iniziare a sfruttare un forno solare, facendo buon uso di raggi del sole più intensi del solito ed evitando di surriscaldare la propria cucina domestica o di appiccare il fuoco, che si propagherebbe ancora più velocemente in queste condizioni climatiche. E naturalmente l’utilizzo dell’energia termica solare diretta permette anche di azzerare le emissioni di carbonio e di risparmiare sui costi energetici in bolletta. Infine, si tratta di un metodo di cottura a bassa temperatura che preserva i nutrienti e non brucia gli alimenti.

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