Alle aziende oggi si chiedono maturità e impegno anche dal punto di vista sociale e ambientale. È l’era della sostenibilità d’impresa, un business vantaggioso per tutti.
Qual è l’obiettivo di qualunque azienda? Fare profitto, naturalmente. Ma più matura la consapevolezza dei consumatori sui temi della sostenibilità, più l’impatto sociale e ambientale delle imprese diventa un criterio centrale di giudizio sul suo operato, aggiungendo nuovi e più alti obiettivi della strategia aziendale. È perciò arrivato il momento di parlare di sostenibilità d’impresa, per costruire modelli di business più inclusivi, eco-compatibili e persino economicamente convenienti.
Il prossimo decennio – quello che si conlude proprio con il 2030, termine ultimo per il raggiungimento da parte dell’Unione Europea degli obiettivi intermedi di sostenibilità – sarà un periodo chiave per la transizione delle aziende e una fucina di opportunità. Come evidenzia uno studio di McKinsey condotto sulle prime 50 società di beni di largo consumo, nei prossimi anni aumenteranno sia i consumatori che il budget a loro disposizione per gli acquisti. I consumi saliranno del 5% all’anno e saranno perciò ottime anche le proiezioni di crescita delle aziende. Ma esistono fattori che le possono influenzare in negativo e la mancanza di sostenibilità è il principale di essi.
La Commissione Europea, inoltre, sta chiedendo ai Governi nazionali di vigilare con più attenzione sul comportamento delle aziende. E, in particolare, di quelle appartenenti a settori critici, come l’ICT e l’elettronica, il tessile, l’edilizia o l’alimentare. L’obiettivo è indicare la strada per una reale sostenibilità d’impresa scongiurando il greenwashing. Con il Piano d’azione per l’economia circolare, per esempio, invita a produrre con materiali riciclati, a progettare prodotti duraturi, vietando l’obsolescenza programmata, a renderli facilmente riparabili o riciclabili, a evitare “l’usa e getta” e a sostenere l’Ecolabel UE.
Ma cosa significa esattamente adottare una sostenibilità d’impresa?
Cos’è la sostenibilità d’impresa
La sostenibilità d’impresa consiste nell’insieme delle politiche che un’azienda attua, a tutti i livelli, con l’obiettivo di strutturare un modello di business che sia attento al proprio tornaconto tanto quanto lo è all’ambiente e alla società. In altre parole, essere un’azienda sostenibile significa mettere al centro del proprio operato contemporaneamente il guadagno, l’ambiente e le persone.
Aggiungere l’elemento sociale e quello ambientale significa iniziare a ragionare in modo più lungimirante, imparando a creare non guadagno nell’immediato, a discapito di tutto e di tutti, ma valore nel lungo periodo e per tutti. La sostenibilità d’impresa è perciò, più di tutto, una strategia. Un piano che indica come utilizzare in modo efficiente le risorse – siano esse umane, ambientali o economiche – per contribuire allo sviluppo della comunità e di tutti coloro che sono coinvolti nei processi aziendali, compresi i clienti.
Come costruirla
Per poter definire sostenibile la propria azienda, e il suo modello di business, è necessario intervenire su molteplici aspetti: la governance, i processi, i prodotti e tutte le operazioni, comprese quelle che coinvolgono altre aziende, come accade nel corso della supply chain. Ma la sostenibilità d’impresa inizia nel suo consiglio di amministrazione. È lì che si dovrà stabilire di inseguire la creazione di valore piuttosto che il guadagno immediato, coinvolgendo tutti gli stakeholder. I sistemi di corporate governance dovranno perciò essere i primi a trasformarsi dal punto di vista della remunerazione, della rendicontazione e del management.
Ma al centro del discorso ci sono, naturalmente, i prodotti che l’azienda offre. Questi dovranno essere oggetto di un LCA (Life Circle Assessment) che si assicuri che siano sostenibili durante tutto il loro ciclo di vita, dalla scelta delle materie prime con cui sono fabbricati alla loro dismissione o, piuttosto, al loro riciclo, in ottica circolare. Perché ciò possa accadere, è indispensabile coinvolgere tutti gli attori della supply chain, la catena di approvvigionamento che sta dietro i prodotti dell’azienda, dove si annidano, in genere, i maggiori costi sociali e ambientali. La supply chain è infatti responsabile dell’80% delle emissioni e del 90% dell’impatto ambientale di un’impresa. Ma lungo il suo corso incappa spesso anche in ingiustizie retributive e riguardanti le condizioni di lavoro.
Il problema è che molto spesso le imprese stesse non sono nemmeno a conoscenza dei reali sviluppi e attori della catena di approvvigionamento. Eppure, come sottolinea una ricerca di Proxima, una supply chain sostenibile consentirebbe loro di ottenere molti più finanziamenti dagli investitori.
Anche i processi aziendali devono essere improntati alla sostenibilità, trasferendo nella dimensione operativa i principi stabiliti a livello di governance. Ciò significa gestire pianificazione, analisi, logistica, monitoraggio, amministrazione e ogni attività svolta in azienda in modo sostenibile. E, soprattutto, avere gli strumenti per misurare e rendicontare le proprie performance da questo punto di vista, per valutare in modo preciso gli impatti.
Le nuove tecnologie saranno un supporto indispensabile per la sostenibilità d’impresa, tra Cloud, data analysis, IoT, sensori e mobile. Il cloud, per esempio, permette di raccogliere e conservare in maniera sicura dati da più fonti. La data analysis può interpretarli per anticipare criticità e indicare le giuste strategie d’azione. L’IoT, a partire da una rete di sensori, consente invece di monitorare e gestire il funzionamento di qualunque apparecchio e processo, contribuendo a renderlo più efficiente e dunque sostenibile.
Perché conviene
La sostenibilità d’impresa non implica soltanto la diminuzione – e, si spera, l’azzeramento – dell’impatto sociale e ambientale dell’azienda. Implica, soprattutto, in positivo, l’alimentazione di pratiche virtuose in tutta la propria rete e il proprio contesto di azione. Al contrario dei tradizionali modelli di business, infatti, quelli improntati in maniera sostenibile operano in una prospettiva più lungimirante e inclusiva. Creano cioè valore sia per le aziende che per la comunità in cui operano.
Ciò che frena molti dirigenti dall’imprimere una svolta sostenibile è il timore di dover mettere in secondo piano il guadagno a breve termine per inseguire quella che potrebbe rivelarsi una chimera. Esiste, perciò, un abisso tra chi si dichiara disponibile a introdurre pratiche di sostenibilità aziendale. In realtà, chi ha fatto qualche passo in questa direzione ha notato che esistono ricompense che vanno al di là del ritorno finanziario o che lo favoriscono indirettamente. Per esempio, il maggiore tasso di innovazione dei prodotti e dei servizi. E soprattutto il soddisfacimento del desiderio di sostenibilità che si sta diffondendo sempre più tra i clienti, come criterio primario di scelta. La sostenibilità aziendale è, perciò, anche un’importante leva di competitività (e di marketing). Senza contare il fatto che investire sulla digitalizzazione della propria impresa e sull’efficientamento dei processi produttivi e logistici permette di abbattere i costi.