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giovedì 21 Novembre 2024

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Il monitoraggio ambientale delle città

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Il monitoraggio ambientale in città è un’urgenza sempre più grave. Comprendere la qualità dell’aria è fondamentale per correre ai ripari, soprattutto quando si tratta della salute dei cittadini. 

 

Come evidenzia il World Economic Forum, in tutto il mondo, ben nove persone su dieci respirano aria malsana. Ma spesso per comprendere i livelli di smog presenti in città mancano i dati necessari in grado di capire le soluzioni da adottare.  

 

Il monitoraggio ambientale: cos’è 

 

L’European Environment Agency (EEA) definisce il monitoraggio ambientale come “la misurazione, valutazione e determinazione di parametri ambientali e/o di livelli di inquinamento, periodiche e/o continuate allo scopo di prevenire effetti negativi e dannosi verso l’ambiente”. 

Come previsto dalla normativa vigente, il monitoraggio ambientale assicura il controllo sugli impatti ambientali significativi sull’ambiente provocati da opere in costruzione e la compatibilità dell’opera stessa con l’ambiente circostante. In questo modo è possibile individuare in maniera rapida e tempestiva eventuali impatti negativi o non previsti e, di conseguenza, prendere le giuste misure correttive. 

 

Infatti, in caso di criticità ambientale rilevate durante il monitoraggio e di cui si attesta la correlazione con le attività di costruzione, è opportuno mettere in atto soluzioni atte a minimizzare il più possibile gli impatti. Il lavoro è svolto dal tecnico di monitoraggio ambientale che, tramite sofisticate apparecchiature e sensori, analizza periodicamente i dati in modo da manifestare immediatamente eventuali guasti o anomalie nei lavori. 

 

I sistemi di monitoraggio ambientale

 

Di solito vengono utilizzati i cosiddetti indicatori biologici: si tratta di una specie animale, pianta o fungo caratterizzata dall’essere particolarmente sensibile ai cambiamenti, arrecati all’ecosistema in cui vive, da fattori inquinanti. Un indicatore biologico può riscontrare il livello di inquinamento di una determinata area grazie alla capacità di accumulare sostanze inquinanti – successivamente rilevate in laboratorio – come, ad esempio, i licheni impiegati nella rilevazione della qualità dell’aria perché accumulatori di metalli pesanti.

 

I PMA: piani di monitoraggio ambientale

 

I Piani di Monitoraggio Ambientale (PMA) sono piani volti a verificare il rispetto delle condizioni e dei requisiti prescritti dalle autorità ambientali del luogo. Grazie ad un corretto monitoraggio ambientale è possibile misurare in maniera sperimentale l’impatto ambientale di un progetto, generalmente un impianto industriale o una grande opera pubblica. 

Un piano di monitoraggio ambientale può variare notevolmente a seconda delle caratteristiche specifiche del progetto che deve essere realizzato. 

 

È possibile però delineare alcune macro-aree di analisi:

 

  • Monitoraggio della componente atmosferica: questo elemento riguarda il monitoraggio delle emissioni atmosferiche di sostanze inquinanti.
  • Monitoraggio della componente biologica: grazie a tecniche di monitoraggio avanzate è possibile studiare le cause di una eventuale contaminazione del suolo e della vegetazione, spesso riconducibili a inquinanti aero dispersi emessi da industrie, impianti di riscaldamento e traffico. 
  • Monitoraggio dell’ambiente idrico: il progetto di monitoraggio ambientale idrico superficiale ha l’obiettivo di individuare possibili variazioni che l’opera in costruzione potrebbe apportare alle acque superficiali presenti nel territorio interessato. 

 

Il futuro del monitoraggio ambientale 

 

Una crescente urbanizzazione richiede sicuramente una migliore analisi degli effetti dell’inquinamento sulla salute umana. 

 

Per questo le soluzioni IoT sono viste come una vera svolta in questo campo. Nello specifico si registra una notevole crescita di interesse per i sensori di qualità dell’aria comunali abilitati dall’Internet of Things. Come ha messo in rilievo Guide House Insights in un report sulle soluzioni di monitoraggio della qualità dell’aria per le smart city, il numero di unità di rilevamento della qualità dell’aria IoT in città aumenteranno da 10.250 unità nel 2020 a 67.522 entro il 2029.

 

Dispositivi mobili: la rivoluzione di una start up italiana

 

La prima cosa da fare è passare da dispositivi fissi a dispositivi mobili. 

Ed è proprio ciò a cui sta lavorando una start up italiana, Huna. 

 

Grazie a un sistema basato su sensori IoT posizionati su veicoli e mediante un cloud dove analizzare i dati e trasformarli in info utili, è arrivata a un dettaglio addirittura inferiore a 10 metri. Significa che con una spesa decisamente più lieve si possono monitorare tutte le vie di qualunque città con un numero di sensori decisamente basso. 

 

I sensori mobili possono essere installati su vari tipi di veicoli: non solo auto, ma anche scooter o bus. L’idea è di posizionarli su mezzi che abitualmente circolano in determinate tratte urbane. Già solo installandoli sui bus cittadini si potrebbe già avere una mappa puntuale dello “stato di salute” della città.

 

Le criticità

 

I sensori mobili implicano delle complessità nel sistema, fra cui l’interpretazione dei dati. “Provenendo da dispositivi in movimento, occorre analizzare dati su più punti provenienti da molteplici fonti. Per questo il team Huna ha lavorato all’ottimizzazione del sistema, per esempio intervenendo sulla frequenza di campionamento, nonché sulla capacità dei sensori in modo da ridurre sensibilmente il tempo di misurazione e l’incertezza causata dalla fluttuazione dei dati. Inoltre, ci si è concentrati sulla possibilità di rendere completamente autonomo il device, a prescindere dal mezzo su cui è installato”, spiega il co-fondatore della start up.

 

Il dispositivo mobile è stato pensato dotato di poca intelligenza a bordo, in modo da ridurre i consumi e risolvere il problema dell’alimentazione. La complessità dell’analisi è stata trasferita su cloud, in modo da ricevere i dati da più dispositivi e analizzarli in tempo utile e renderli disponibili alle parti interessate. Da qui è possibile impiegare sistemi di Intelligenza artificiale che traducono i dati in informazioni utili ed efficaci.

Tutto questo progetto è ancora in fase di studio, ma non appena si sarà passati dal prototipo al modello commerciale le smart city faranno un ulteriore passo nel futuro, per assicurare molto più benessere ai cittadini.

 


Per approfondire l’argomento puoi consultare le seguenti letture:

 

La quarta rivoluzione industriale è spinta dalla sostenibilità

La mobilità pesante viaggia a idrogeno

Bus elettrici fondamentali per la smart city

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