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sabato 23 Novembre 2024

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Mobilità elettrica, mobilità green

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La mobilità elettrica è sempre più una realtà e la sua centralità nell’ambito del più ampio progetto delle Smart City appare evidente per superare problematiche come l’inquinamento e il traffico

Anno negativo per moltissimi ambiti, il 2020 è stato invece un vero successo per la mobilità elettrica, almeno stando ai dati recentemente diffusi da Schmidt Automotive Research[1].

Nel rapporto, infatti, si legge come nel corso dell’anno che sta ormai per chiudersi, siano state vendute ben 500.000 auto elettriche contro le appena 354.000 del 2019.

Un numero importante e incoraggiante che raggiunge addirittura quota 1 milione di unità quando alle full electric si aggiungono gli ibridi plug-in, mostrando così il “cambio di passo” in atto, specialmente se si considera che lo scorso anno le immatricolazioni delle “auto elettrificate” si fermavano solo a 600mila.

Un vero e proprio boom per l’e-mobility, una “realtà” che pur esistendo da oltre 15 anni, sta assumendo oggi un peso crescente, sotto le pressioni, sempre più forti, dei cambiamenti climatici e della necessità di “invertire la rotta” grazie all’adozione di comportamenti più consapevoli.

Di questo sembrano prendere sempre più coscienza non solo i cittadini ma anche i governi che, non a caso, stanno non solo adottando misure più stringenti volte a ridurre le emissioni di carbonio ma anche incentivando con bonus l’acquisto di auto elettriche.

 

Curiosità dal mondo delle auto

E se la società civile e gli stati sembrano indirizzarsi verso una mobilità più sostenibile e green, altrettanto stanno facendo le stesse aziende produttrici, quelle automobilistiche in testa.

Volvo ha annunciato il potenziamento della strategia dedicata alla mobilità elettrica, spingendosi addirittura a dichiarare una conversione definitiva all’elettrico entro il 2030.

Audi ha deciso di aumentare gli investimenti nella mobilità elettrica (si parla di 15 miliardi di euro) mentre negli Stati Uniti ha fatto il suo debutto Zero Emissioni Transportation Association (Zeta), associazione che riunisce imprese tecnologiche, automobilistiche e industriali e che si pone come obiettivo la vendita di sole auto elettriche in tutto il territorio statunitense entro il 2030.

 

E-mobility, auto ma non solo

I dati precedentemente citati e altri contenuti in differenti ricerche, come lo Smart Mobility Report 2020 o il IV Rapporto Repower 2020[2], mostrano come la mobilità elettrica e la smart mobility (guida autonoma, elettrificazione, condivisione), stiano avanzando con decisione, facendo segnare anche in Italia dei dati positivi.

E se a balzare immediatamente all’attenzione sono i numeri relativi al settore automobilistico, come le immatricolazioni delle auto diesel calate a gennaio 2020 del 23% o l’aumento dei modelli di auto “pulite” a disposizione dei consumatori (più di 60), anche altri comparti della mobilità green registrano ottime performance, a testimonianza di come le abitudini e i comportamenti della società stiano evolvendo.

Non è un caso che sia le auto elettriche e ibride che i monopattini siano stati inclusi nel Paniere Istat 2020 e che forme di trasporto alternative ed ecologiche, come i monopattini e le bici elettriche, piacciano sempre di più specialmente ai più giovani, molto più propensi alla filosofia “eco-sharing”.

 

Sharing mobility in Italia

Se le auto elettriche piacciono perché consentono di muoversi anche nei centri storici, i monopattini e le bici elettriche sono sempre di più il mezzo preferito per spostarsi nei centri urbani o per percorrere tragitti di breve o medio raggio, divenendo cosi una valida alternativa al classico trasporto urbano.

Agli italiani la sharing mobility piace e non poco e ancora una volta sono i dati a dircelo. Già negli ultimi mesi del 2020 si registravano in tutt’Italia ben 65.000 veicoli leggeri in condivisione, dei quali 35mila biciclette e 27mila monopattini, buona parte in sharing.

Lo scorso anno ben 5 milioni di italiani hanno optato per la mobilità in condivisione, dando la propria preferenza al car sharing (+48% rispetto al 2019), al bike sharing (+8%) e allo scooter sharing (+45%), senza contare l’incremento esponenziale dei monopattini, cresciuti rispetto allo scorso anno di ben il 554%[3].

 

Le Smart City e la mobilità elettrica

Le Smart City sono già da alcuni anni una realtà (sebbene sussistano forti divari tra il Nord e il Sud del paese) e nell’ambito della loro progettazione e sviluppo la mobilità non poteva che assumere un ruolo centrale.

Una città smart, infatti, è una città che mette al centro le persone e i loro bisogni e che progetta un ambiente non solo più funzionale ma anche più vivibile.

In questo percorso, le persone sono soggetti attivi che, con le loro decisioni quotidiane, partecipano e contribuiscono a creare città “a misura d’uomo”, più razionali, efficaci ed esteticamente più “accattivanti”.

 

Smart è green?

Sotto il profilo della mobilità, smart si traduce inevitabilmente in ambienti urbani in grado di ottimizzare i trasporti pubblici, di ridurre i tempi di utilizzo delle auto private e della ricerca di parcheggi, di rafforzare le reti di sharing (car e bike) e di ampliare le aree pedonali.

Non solo, dal punto di vista della mobilità risulta sempre più importante la promozione di una sensibilità green, in grado di mostrare i vantaggi e le opportunità della mobilità intelligente, ad oggi intesa come electric mobility e sharing mobility.

Non è dunque un caso che le prime posizioni dell’ICity Rank 2019, annuale rapporto della FPA su vari ambiti della vita urbana, veda al primo posto Milano, la città più smart d’Italia grazie alla sua marcata vocazione alla mobilità sostenibile, immediatamente seguita da Firenze, forte nel bike sharing e nella mobilità elettrica, e da Bologna, che si distingue per la tutela ambientale e la qualità sociale. 

 

Mobilità elettrica e futuro sostenibile

E’ quindi evidente come la mobilità elettrica abbia un ruolo centrale nella lotta all’inquinamento e nell’adozione di modelli di sviluppo più sostenibili.

L’e-mobility, infatti, non è soltanto in grado di contribuire alla riduzione dei gas serra, all’abbattimento dell’inquinamento acustico e alla limitazione dell’estrazione e dell’uso dei combustibili fossili, ma garantisce anche alle persone delle soluzioni semplici ed economiche per spostarsi.

E se questo è vero ed abbastanza evidente per i paesi sviluppati lo è, in misura sì minore, anche per quelli in via di sviluppo, stando ai dati del report Electric Mobility & Development [4] della Banca Mondiale e dell’Associazione internazionale del trasporto pubblico (Uitp).

Nel report, infatti, si evidenzia una tendenza interessante, ovvero la capacità dei paesi sviluppati, dove si fa ricerca e innovazione, di innescare un “effetto a catena” in quelli in via di sviluppo, grandi importatori di prodotti tecnologici.

Sotto il profilo della mobilità ciò si traduce nella disponibilità di veicoli elettrici, magari usati, anche nei paesi più “poveri” dove, di fatto, si sta assistendo a una rapida diffusione di mezzi di trasporto elettrico e di veicoli a due o tre ruote sostenibili, i quali stanno rapidamente soppiantando quelli più vecchi e inquinanti.

La mobilità elettrica è, quindi, una grande opportunità di crescita e sviluppo ma è anche la via per promuovere degli atteggiamenti più consapevoli e rispettosi dell’ambiente, con lo scopo di tutelare non solo la società di oggi ma anche quella di domani.

 

[1] Fonte 1

[2] Fonte 2

[3] Fonte 3

[4] Report

Se vuoi approfondire, continua la lettura con questi articoli:

Monopattino Elettrico: stile di vita libero

Auto elettriche: utopia o realtà?

Smart Parking – la mobilità sostenibile di parcheggiare

 

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